Per un giorno Roma è la capitale del mondo

Dal pomeriggio traffico impazzito. Uno striscione: «Santi subito!»

Omar Sherif H. Rida

«Roma ringrazia gli azzurri», recita la scritta sul palco della grande festa del Circo Massimo. E quello della Capitale agli eroi di Berlino è stato un lungo ringraziamento, un bagno di folla e di passione popolare cominciato fin dall’arrivo della Nazionale di Marcello Lippi all’aeroporto di Pratica di Mare.
Ore 18,37, le evoluzioni delle Frecce Tricolori salutano l’atterraggio dell’aereo con il tricolore ben in vista, che sporge dal finestrino della cabina del comandante. Applausi a scena aperta, fotografi e migliaia di tifosi che salgono sulle transenne, bandiere al vento, cori per tutti. Quando Cannavaro fa capolino dal velivolo alzando al cielo la Coppa del Mondo, la folla risponde sventolando vessilli tricolori e azzurri ed i militari dello scalo frenano a stento il travolgente entusiasmo. Presente tra le autorità anche il sindaco Walter Veltroni.
All’uscita della base militare altre scene di giubilo: viene esposto un cartello con la scritta «Zidane terrorista» che gli azzurri guardano sorridendo. Poi la partenza in pullman verso Palazzo Chigi, dove migliaia di persone di tutte le età attendono da ore in via del Corso l’arrivo dei campioni del mondo. Già impazzito il traffico: chiusa dalle 18 la stazione Circo Massimo della metro B; chiuse via dei Cerchi, deviate decine di linee bus (adornati per l’occasione con gagliardetti tricolori).
E intanto, mentre cresce la ressa nelle vicinanze della sede del Governo, un lungo serpentone dipinto di bianco, rosso e verde si snoda lungo le strade che conducono gli azzurri nel centro di Roma. Sulla via Pontina così come sulla Cristoforo Colombo, all’Eur, alla Montagnola e alla Garbatella, due ali di folla festante, uomini, donne e tanti bambini, salutano il pullman con a bordo la squadra di Lippi intonando l’inno di Mameli o il classico «po-po-ro-pò» che ha accompagnato il trionfo in Germania, mostrando gli striscioni ed i cartelli dedicati ai giocatori iridati.
Alle 20.30 il torpedone giunge a piazza Venezia procedendo a fatica tra la folla esultante. All’arrivo a piazza Colonna si alza il coro «Italia, Italia», ai piedi della colonna aureliana uno striscione a caratteri verde-rosso su sfondo bianco recita: «Dopo San Gennaro è arrivato Cannavaro. Santo Subito». Qualcuno per gustarsi meglio la scena si arrampica sui cancelli di ferro della galleria Alberto Sordi o sulle impalcature del museo del Corso. Gli azzurri, con Cannavaro in testa, scendono dal pullman e attraversano la piazza mostrando il trofeo mondiale.


Poi l’incontro con il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, nel cortile interno di Palazzo Chigi, dove per l’occasione le regole per l’ingresso sono meno ferree e consentono l’entrata a molti dipendenti della sede del Governo. Al termine della cerimonia la comitiva iridata sale sul «110 open», il bus scoperto a due piani che li trascina in un delirio crescente verso la destinazione finale: l’apoteosi del Circo Massimo.

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