Gita in moschea a 15 giorni dalla comunione

(...) Inevitabile. L’epicentro del terremoto è in provincia di Imperia, a Pontedassio. I genitori si ribellano, scrivono al dirigente scolastico e a quello che un tempo si chiamava il provveditore agli studi. Non ci stanno, anche perché le prime risposte fornite dall’insegnante non li convince.
Tutto inizia il 20 aprile, con l’arrivo nella quarta elementare di Pontedassio di Roberto Hamza Piccardo, il leader islamico già finito al centro di una feroce polemica per alcune sue dichiarazioni che non condannavano un brutale omicidio firmato da Hamas in Israele. Il segretario e fondatore dell’Ucoii è stato invitato dalla maestra e dall’insegnante di religione a intervenire in classe per spiegare cos’è l’Islam. Invito ovviamente accolto, specie in considerazione del fatto che ora nelle scuole non si parla più di ora di religione ma di insegnamento della storia delle religioni. Il problema che però fa sobbalzare i genitori è che il fatto l’iniziativa non sia stata in alcun modo concordata con i genitori, che la maestra non abbia preavvertito le famiglie, e che Piccardo sia intervenuto in un’ora riservata alle lezioni di inglese.
Tutto quanto accaduto in classe viene appreso dai genitori direttamente dal racconto dei bambini. Che spiegano come sia stato anche mostrato loro il modo di pregare degli islamici. «Si tratta di una cosa gravissima, specie perché hanno indotto dei bambini a pregare secondo i riti di una religione non loro - tuona Gabriele Saldo, consigliere regionale di Forza Italia, appena appreso della polemica -. Sono favorevole alla tolleranza, ma cose di questo tipo non le possiamo accettare, perché queste io le chiamo violenze nei confronti dei nostri bambini». Le famiglie hanno anche chiesto spiegazioni all’insegnante, ma si sono sentiti rispondere che non c’era tempo per avvertire di questa iniziativa e neppure per darne comunicazione sui diari.
Ma l’avvicinamento dei bambini della quarta elementare con la religione islamica non si è conclusa con la visita di Piccardo a scuola. Perché il 12 maggio la stessa classe è stata accompagnata a visitare la moschea di Imperia, sempre insieme al segretario dell’Ucoii. Che, da parte sua, respinge al mittente le accuse. E non si capacita delle critiche. «Mi fa specie questa polemica, è incredibile proprio mentre si parla tanto della tolleranza - ribatte Piccardo -. Invitato a farlo, sono andato in una classe e ho parlato per un’oretta con i bambini. Ho toccato tre temi, quelli della fratellanza, della pace e della solidarietà. Poi l’insegnante ha chiesto se era possibile mostrare ai bambini la moschea di Imperia e naturalmente ho dato la massima disponibilità». Ma l’idea di far pregare i bambini secondo il rito islamico? «Assolutamente no - assicura il leader musulmano -. In classe mi hanno chiesto di mostrare come si fa a pregare. C’erano tre bambini di fede islamica e ho chiesto a una di loro se voleva far vedere ai compagni una preghiera. Lei non voleva e allora io stesso ho mostrato il rito. Nessun bambino cattolico è stato costretto a pregare come un musulmano. Tra l’altro tutto si è svolto in un clima giocoso, senza eccessiva serietà. Questa è una cosa paranoica, proprio mentre si vuole andare verso il dialogo tra le religioni. Anche alla moschea poi, non c’è stato nulla di strano, oltre alle insegnanti era presente una mamma».
Difesa che non soddisfa chi invece vuole andare a fondo della vicenda. Gabriele Saldo non si fida, soprattutto ricordando le polemiche passate che avevano coinvolto Roberto Hamza Piccardo. «Magdi Allam, nel suo libro “Vincere la paura” lo indica chiaramente come vicino a movimenti terroristici (e la citazione ha per la verità dato origine a una querela per diffamazione da parte di Piccardo nei confronti del vicedirettore del Corriere della Sera, ndr) - ricorda il consigliere regionale azzurro -. Il suo passato di attivista di estrema sinistra è noto, neppure Bertinotti lo ha voluto nella sua lista». Il riferimento di Saldo è anche all’appello lanciato in favore del voto ai Comunisti italiani per le elezioni politiche appena trascorse, e a un duro attacco portato da Shaykh Abdul Hado Palazzi, segretario dell’Assemblea musulmana d’Italia, nei confronti del fondatore dell’Ucoii.

«Diliberto e Bertinotti - scrive Palazzi - che pure candidano personaggi del calibro di Luxuria e Caruso, non se la sono sentita di candidare nelle loro fila un personaggio come Piccardo, noto alle cronache per aver fatto l’apologia del terrorismo suicida, per avere negato a Israele il diritto di esistere dalle pagine di Panorama e di aver aderito al famigerato Campo Antimperialista, l’organizzazione che ha lanciato la colletta a favore dei terroristi iracheni». Parole che hanno lasciato il segno. «Parole che spiegano chi è andato a parlare ai nostri bambini», chiosa il consigliere Saldo.

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