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Il giudice di sorveglianza ammette: "Su Piancone ho sbagliato prognosi"

Alberto Marcheselli: "Si va a letto come un medico il cui malato è morto pur avendo fatto tutto il necessario. Il dolore è grande, l’indignazione è enorme e lo scandalo è esattamente uguale a quello dei cittadini. Ho sbagliato la prognosi ma le medicine applicate erano quelle dovute"

Roma - Il magistrato Alberto Marcheselli, uno dei giudici che ha firmato il provvedimento di semilibertà per l’ ex Br Cristoforo Piancone ha «la coscienza tranquilla». «Certo - ha aggiunto parlando a Radio 24 - si va a letto come un medico il cui malato è morto pur avendo fatto tutto il necessario. Il dolore è grande, l’indignazione è enorme e lo scandalo è esattamente uguale a quello dei cittadini. Ho sbagliato la prognosi ma le medicine applicate erano quelle dovute». Quanto al fatto che tre anni dopo la concessione della semilibertà, un altro magistrato del tribunale di sorveglianza abbia negato a Piancone la libertà condizionale perchè non aveva notato il ravvedimento nell ex brigatista, Marcheselli ha detto: «È vero, anche io avrei potuto ragionare così se avessi ritenuto che la persona era un irriducibile, fedele ai valori di cui era stato portatore nel 1977. Quindi ho commesso un errore? La prognosi fatta era che lui si sarebbe ragionevolmente astenuto dal commettere delitti. Questa prognosi non è stata esatta, è vero. Ma tutti gli istituti del diritto penitenziario hanno sottostante il valore di una messa alla prova. E la messa alla prova implica irrimediabilmente la possibilità di un fallimento. Se la si vuole evitare bisogna eliminare la messa alla prova.

Questo però spetta però al legislatore».’-

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