Giudizio abbreviato per Bianchini I magistrati indagano su altri stupri

Giudizio abbreviato per Bianchini I magistrati indagano su altri stupri

Giudizio immediato per Luca Bianchini, il ragioniere di 33 anni, ex presidente di un circolo romano del Pd, accusato dalla Procura di essere lo stupratore seriale che per mesi, fino alla scorsa estate, ha terrorizzato la capitale. I magistrati lo vogliono processare senza passare per l’udienza preliminare per tre violenze sessuali avvenute tra aprile e luglio, sull’Ardeatina, alla Bufalotta e a Tor Carbone. Ad inchiodarlo, del resto, c’è un esame del dna che dà la certezza agli inquirenti della sua colpevolezza: il profilo genetico isolato sui reperti rinvenuti suoi luoghi delle aggressione è compatibile con quello di Bianchini.
In più, come scrivono il pm Antonella Nespola e il procuratore aggiunto Maria Cordova nell’atto che dispone il giudizio, sullo scotch utilizzato per imbavagliare una delle vittime c’è una parte di impronta digitale che appartiene proprio al ragioniere in carcere dal 10 luglio scorso. Nonostante ciò Bianchini continua a dirsi innocente, nega con forza di essere lo stupratore seriale e chiede che venga ripetuto l’esame del dna, i cui risultati a suo dire sarebbero sbagliati o sarebbero stati manipolati. I suoi difensori potrebbero ora chiedere il rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena, eventualmente condizionato all’effettuazione di un nuovo esame biologico in sede di incidente probatorio (una richiesta in tal senso è già stata depositata) o di un accertamento psichiatrico.
I magistrati, intanto, non hanno smesso di indagare nei suoi confronti. Anzi, hanno ripreso in mano tutti i fascicoli sulle violenze sessuali denunciate dal 2006 ad oggi - circa 400 casi rimasti senza un colpevole e destinati all’archiviazione - per verificare se qualcuna di queste possa essere addebitata a Bianchini. Verranno riesaminati, in particolare, gli abusi commessi con modalità analoghe a quelle seguite da Bianchini e quelli dove sia stata rilevata una qualsiasi traccia biologica per poter poi procedere alla comparazione con il dna dell’imputato. All’individuazione dello stupratore seriale si è arrivati, lo scorso luglio, grazie ai ricordi delle giovani violentate, che hanno consentito di realizzare un approssimativo identikit. Gli investigatori hanno subito sospettato che l’autore degli stupri sui cui stavano indagando potesse essere lo stesso. I racconti delle ragazze, infatti, coincidevano: erano state tutte aggredite nel garage condominiale, subito dopo aver parcheggiato la macchina, da un uomo coperto con un passamontagna nero che le aveva immobilizzate con delle fascette da elettricista e chiuso la bocca con del nastro adesivo prima di abusare di loro.
Contro Bianchini ci sono anche mumerosi oggetti, libri e dvd dal contenuto inequivocabile sequestrati dalla polizia in casa sua. Titoli come «Stupri gallery», «Realmente stuprata», manuali di criminologia, guide esoteriche, bamboline voodoo, oltre ad un appunto con l’indicazione dei luoghi dove avrebbe dovuto colpire e un altro in cui elencava i propositi per guarire dalla sua malattia. Il ragioniere era stato già accusato in passato per aver tentato di violentare una vicina di casa. Nel 1997, però, venne prosciolto per una temporanea infermità mentale. Il suo nome è saltato fuori qualche giorno fa anche nell’ambito dello stupro della Caffarella.

Il romeno condannato per la violenza del giorno di San Valentino lo ha tirato in ballo sostenendo che proprio Bianchini lo avrebbe istigato ad abusare della ragazzina di 14 anni. Gli inquirenti non gli hanno dato credito, pur disponendo i necessari accertamenti.

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