Giulio Cesare, Haendel e la voce leggendaria

«Les talents lyriques» aprono la stagione da camera di S. Cecilia

Pietro Acquafredda

Eccezionalmente anticipata al giovedì (rispetto al consueto venerdì), e ospitata nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium, la serata inaugurale della stagione da camera di Santa Cecilia propone l’opera haendeliana forse più conosciuta: Giulio Cesare in Egitto, nell’interpretazione di un ensemble strumentale, il francese «Les talentes lyriques» agli ordini di Christophe Russet, che gli appassionati cinefili ricorderanno come interprete della mirabolante colonna sonora del film di Gerard Corbieau, dedicato al più noto degli evirati cantori del Sei-Settecento, Carlo Broschi detto Farinelli, e che i cultori del disco conoscono dalle numerose incisioni, molte delle quali si sono visti attribuiti lusighieri riconoscimenti critici. Calorosa fu l’accoglienza al King’s Theatre di Haymarket a Londra, nel 1724, riservata all’opera di Haendel, il quale non aveva più da temere la rivalità del nostro Bononcini, messo fuori gioco dall’esito infelice di due sue opere date nella medesima stagione; e strepitosa la composizione della compagnia di canto cui va riconosciuta una consistente parte delle ragioni di tale successo: nel ruolo «en travesti» (mezzo soprano) di Giulio Cesare, il Senesino (il cui vero nome era Francesco Bernardi, detto «il Senesino», per le sue origini senesi), il più acclamato evirato dopo Farinelli; in quello di Cleopatra, il famoso soprano Francesca Cuzzoni, e in quello di Sesto, un’altra nota star italiana, il soprano Margherita Durastanti. A Roma presteranno voce ai protagonisti alcune celebrità dei nostri giorni: il controtenore Andreas Scholl, i soprani Rosemary Joshua e Alice Coote e Sonia Prina (Cornelia).
Il Giulio Cesare di Haendel - libretto di Nicola Francesco Haym, libero adattamento da un libretto «veneziano» precedente di Gian Francesco Bussani - è centrato su alcune vicende della vita del grande eroe romano, in Egitto, intrecciate a quelle di Cleopatra, Pompeo e Tolomeo. Dopo il successo del 1724, fu ripreso l’anno seguente a Londra, Parigi e Amburgo e, qualche anno dopo, anche a Vienna.

Poi su questa come su tutte le opere di Haendel cadde il silenzio più totale; e per molti anni egli fu per tutti l’autore del Messiah e di tanta musica strumentale. Fino al principio del Novecento quando la ripresa del Giulio Cesare avviò la riscoperta dei melodrammi haendeliani, oggi non del tutto conclusa. Auditorium sala Santa Cecilia. Questa sera ore 20. Info: 06.8082058.

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