Giustizia, il premier: "Non mi ferma nessuno"

Il Cavaliere a Forza Italia: "Faremo subito la riforma della giustizia Immunità parlamentare al primo punto". E in serata a Villa Madama cena con i big di industria e finanza. Ma la Lega frena: prima il federalismo

Giustizia, il premier: "Non mi ferma nessuno"

Roma - Avanti tutta, e subito, sulla riforma della giustizia, «sin dalle fondamenta ». E poi. Rilanciare l’economia, spingendo sempre più sull’energia nucleare. Ma accelerare pure sul partito unico, per sciogliere Forza Italia e An entro gennaio. Epuntare a «battezzare » il Pdl alle prossime Europee, magari con sbarramento al 5% e liste bloccate. A ora di pranzo, Silvio Berlusconi detta la linea politica e indica le priorità, chiamando a raccolta, per oltre due ore, gli europarlamentari azzurri. E se la Lega, con Roberto Calderoli, frena sull’urgenza della riforma del sistema giudiziario, puntando su federalismo fiscale e codice delle autonomie, il premier invece accelera. «È il primo punto sul quale investire l’azione di governo», magari già da settembre, rimarca Berlusconi ai deputati europei, riuniti in un hotel romano, pronti a riassumere il suo intervento. «La gente è con me e io vado avanti in maniera determinata», sottolinea il Cavaliere, convinto che oggi serva una «riforma giusta per il Paese». È necessario quindi un cambio di passo, deciso, che riprenda il programma elettorale del 2001. Ovvero: immunità parlamentare, riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, priorità dell’azione penale.Unobiettivo chiaro e motivato, da ottenere magari con il contributo di un comitato di saggi (tra i papabili l’ex giudice della Corte costituzionale, Romano Vaccarella). «La giustizia in Italia influisce nella vita di tutti i giorni di ogni cittadino» e viene usata per «condizionare l’economia e la politica», spiega a porte chiuse il leader di Forza Italia, che denuncia poi l’accanimento giudiziario vissuto negli ultimi anni e assicura: «Non mi fermerò mai e non mi fermerà nessuno». Pronto a ricordare, in un breve passaggio ad hoc, che le intercettazioni telefoniche andrebbero limitate ai reati più gravi (mafia e terrorismo). Ma non solo giustizia nel menù. Berlusconi, infatti, non nasconde la preoccupazione per la «crisi economica globale», accentuata negli ultimi mesi dall’aumento esponenziale del prezzo del petrolio. Un problema da risolvere al più presto, ribadisce, favorendo lo sviluppo dell’energia nucleare. Di concerto con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, con cui, assicura il premier, non vi è alcun dissidio, anzi. «Tra noi vi è un dialogo continuo e costante - riferisce Berlusconi ai presenti -. Certo, ogni giorno devo contrattare con lui, come ad esempio sui fondi riguardanti le forze dell’ordine, ma in ogni caso non c’è alcun contrasto. Il fatto è che la crisi è globale». Una tematica delicata, che ritorna, stavolta a ora di cena, nell’incontro con una delegazione di imprenditori «del fare» (presente Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria), tenutosi a Villa Madama, alla quale partecipano anche i ministri economici, capitanati proprio da Tremonti. Dall’economia all’emergenza rifiuti. Ormai archiviata, rassicura Berlusconi, grazie all’avvenuto smaltimento di 35mila tonnellate d’immondizia. Un risultato che verrà suggellato domani a Napoli, dove si svolgerà non a caso il prossimo Consiglio dei ministri. Ma c’è anche il percorso verso la nascita ufficiale del Pdl, da portare con celerità a compimento insieme ad An, tra le «pietanze» servite dal Cavaliere agli eurodeputati guidati da Stefano Zappalà. Bisogna fare presto, spiega Berlusconi, il cui auspicio è arrivare entro gennaio allo scioglimento dei due partiti e celebrare di conseguenza il primo congresso del Pdl. In modo da presentarsi con un simbolo unico alle Europee del 7 giugno e portare una pattuglia italiana più numerosa nel Ppe. Un appuntamento importante, per il premier, a cui vorrebbe giungere con una legge elettorale differente rispetto a quella attuale. Preferibilmente con uno sbarramento al 5% (si può trattare magari fino al 4%), liste bloccate, senza quindi voti di preferenze, con un collegio unico nazionale. Di tutto, di più, insomma, nella lunga colazione di lavoro. Anche calcio. Milan, in particolare.

E non poteva essere altrimenti, visto che per tutta la mattinata circolano voci incontrollate su una partenza improvvisa del premier alla volta di Milanello, per presentare alla stampa il neoacquisto dei rossoneri, Ronaldinho. Ma così non è. Il Cavaliere, non più presidente del club, rimane a Roma. Ma una battuta, almeno una battuta, la concede: «Ronaldinho? Mi è costato un sacco di soldi, ma ne valeva la pena... ».

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