Washington - Cinque motovedette iraniane hanno effettuato manovre ostili contro tre navi della marina statunitense mentre transitavano nello stretto di Hormuz, inviando anche via radio un messaggio di minacce. Lo ha detto un responsabile del Pentagono, confermando informazioni riferite dalla Cnn.
Via strategica del petrolio Qualsiasi azione militare nello stretto di Hormuz, dove nel fine settimana scorso è stato sfiorato uno scontro armato fra navi da guerra americane e iraniane, apre scenari da incubo: chiuderebbe la strada attraverso cui passano le esportazioni dei maggiori produttori dell’Opec, taglierebbe i rifornimenti a Giappone e Corea del Sud e metterebbe al tappeto le economie in forte crescita dei Paesi del Golfo. Ecco alcuni dati che illustrano l’importanza di questa via d’acqua: 2,9 miliardi di tonnellate di portata lorda del traffico navale ogni anno; 750 milioni di tonnellate di greggio transitate nel 2006; il greggio è il 27% del volume di traffico; con prodotti petroliferi, gas naturale e Gpl la percentuale sale al 50%; prodotti non petroliferi come cereali, ferro e cemento rappresentano il 22% del traffico; il traffico di container con prodotti finiti per i Paesi del Golfo è il 20% del totale.
Teheran Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Ali Hosseini, ha detto che quanto avvenuto tra unità americane e iraniane vicino allo Stretto di Hormuz è stato un fatto "normale", che si è risolto con la reciproca identificazione delle rispettive imbarcazioni. Hosseini ha in sostanza negato che imbarcazioni dei Pasdaran abbiano compiuto una provocazione contro tre navi americane all’alba di domenica, come affermato dal Pentagono.
"È qualcosa di normale, che di tanto in tanto avviene - ha detto il portavoce all’agenzia ufficiale Irna - e il problema viene risolto dopo l’identificazione delle due parti. Quanto avvenuto domenica - ha aggiunto Hosseini - è simile ad altri episodi passati, ed è stato un fatto regolare e naturale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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