Antonio Signorini
da Roma
Un ministro della Giustizia mandato a rispondere a uninterpellanza sulle misure fiscali varate dal governo, un nuovo voto sfavorevole alla maggioranza sul Documento di programmazione economica e finanziaria e rinvii sospetti al Senato. Per il governo Prodi la sessione di bilancio non è cominciata molto bene. Nei giorni scorsi lincidente dellIva sugli immobili con effetto retroattivo, il relativo terremoto nelle Borse, lammissione di un errore e la relativa mezza marcia indietro. Episodio che il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha giudicato «un danno enorme sul piano internazionale, perché lItalia non è più un Paese certo per gli investitori. Se arriva un governo che stravolge loperato del precedente governo e addirittura inserisce la retroattività di unimposta - ha spiegato - si perde qualunque credibilità».
Ieri lesecutivo è inciampato anche su una questione procedurale e politica. Il caso è scoppiato nel primo pomeriggio alla Camera quando il ministro ai Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti è sgusciato via dal transatlantico e il responsabile dellEconomia Tommaso Padoa-Schioppa ha preso le scale che portano ai piani alti di Montecitorio per entrare alla commissione Bilancio dove era atteso per unaudizione. In aula, a rispondere ad uninterpellanza di Giulio Tremonti sulla manovra, è rimasto il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Per tutta risposta Forza Italia ha lasciato laula, non prima di un velenoso scambio di accuse tra lo stesso Tremonti e il guardasigilli.
Prima ha espresso a Mastella solidarietà «per la non facile posizione nella quale i suoi colleghi di governo lhanno posto», poi si è detto «disinteressato» ad ascoltare la risposta di un ministro che non ha «competenza istituzionale» e ha accusato i membri del governo di essere «incapaci e irresponsabili». In alternativa al ministro dellEconomia, Forza Italia avrebbe voluto, come vuole la prassi, ascoltare il responsabile ai Rapporti con il Parlamento che, però, non si è presentato. Mastella si è giustificato invocando la «collegialità del governo» e poi ha ribattuto allaccusa di «incompetenza» («visto il punto a cui siamo arrivati nel degrado delleconomia, meglio incompentente che competente»).
Battute a parte, per la Cdl la questione era importante. Linterpellanza voleva accendere i riflettori sulla vicenda dellIva sugli immobili. E la risposta è arrivata da un foglio che Mastella ha letto di fronte ai deputati rimasti ad assistere al Question time. I contenuti della correzione al decreto, ha spiegato il leader dellUdeur, «saranno resi noti al momento della presentazione dellemedamento secondo le normali procedure parlamentari». «Se continuiamo così - ha attaccato il vicecapogruppo azzurro Leone - allora la prossima volta può venire anche un commesso in aula a leggere una velina...». Ora Forza Italia chiede che a riferire sulla vicenda sia Fausto Bertinotti.
Ma il cammino parlamentare del Dpef si sta mostrando accidentanto anche nelle commissioni. Ieri laudizione di Padoa-Schioppa in quella Bilancio della Camera è stata interrotta perché in contemporanea erano iniziate delle votazioni in aula. A uscire dalla commissione, anche questa volta, sono stati i deputati di Forza Italia, compreso Luigi Casero, responsabile economia degli azzurri. «A me pare - ha commentato a fine giornata - che il ministro dellEconomia stia sfuggendo al dibattito perché non vuole spiegare che il famoso buco non esiste e non vuole illustrare le nuove tasse». I deputati azzurri, a partire dal capogruppo Elio Vito, hanno protestato per il fatto che nel documento non cè la lista delle grandi opere che dovrebbe essere allegata. Al Dpef, ha osservato Mario Baldassarri di An, manca anche la tabella con il dettaglio delle uscite e delle entrate. «Sembra - osserva ancora Casero - che una maggioranza politicamente debole cerchi di evitare gli ostacoli». Anche se a volte gli ostacoli si presentano da soli.
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