da Roma
Se il tesoretto non cè, come finanziare le prime misure per il rilancio delleconomia, dallIci prima casa alla detassazione degli straordinari? Come al solito spetta a Giulio Tremonti trovare «la quadra». Il ministro dellEconomia fa e rifà i conti insieme con i tecnici della Ragioneria dello Stato, e tenta di resistere alle amichevoli pressioni di Silvio Berlusconi che, nel primo Consiglio dei ministri «operativo», vorrebbe approvare anche il bonus bebè, come annunciato durante la campagna elettorale.
Tremonti sa da tempo che non cè alcun tesoretto da spendere. Cè invece uneconomia globale, europea e italiana, che rallenta. Nella sua prima apparizione in tivù da ministro dellEconomia, non può che confermarlo: leconomia va male, landamento delle entrate non è buono, «guardando i numeri, tesoretto zero». E allora vediamoli, questi numeri: sono le cifre della Commissione europea, del Fondo monetario internazionale, e della Relazione unificata sui conti pubblici firmata dal governo Prodi.
Secondo Bruxelles, la crescita delleconomia italiana nel 2008 sarà pari allo 0,5%. Il Fmi è più pessimista, e stima uno 0,3%. La Relazione unificata ipotizza una crescita dello 0,6%. Comunque vadano le cose, siamo allo «zero virgola», e questa situazione avrà un impatto negativo sulle entrate fiscali di questanno. Le prime avvisaglie si sono viste con il fabbisogno di cassa di aprile che è risultato peggiore di un miliardo di euro rispetto allo stesso mese del 2007, proprio a causa del rallentamento del gettito tributario. LIva ha accusato un calo secco del 6%, testimoniando una regressione degli affari e dei consumi.
La seconda cifra-chiave è quella del deficit pubblico. Nelle stime europee il deficit 2008 sarà pari al 2,3% del Pil, mentre il Fondo monetario ipotizza un 2,5%. La Relazione unificata firmata da Tommaso Padoa-Schioppa indica invece una forchetta fra il 2,4 e il 2,6%. Secondo i calcoli aggiornati della Ragioneria generale dello Stato, siamo nella parte alta della forchetta, e forse peggio.
Una delle maggiori variabili che pesa sui conti di questanno, è il contratto del pubblico impiego per il biennio 2008-2009. La legge finanziaria 2008 ha infatti «scordato» di prevedere le somme necessarie per la chiusura del contratto (circa 3 miliardi per il solo 2008). Ci sono poi in agguato spese praticamente obbligate come quelle destinate ad Anas e Fs, e per lemergenza rifiuti in Campania. Alla fine, potrebbero manifestarsi 7 miliardi di maggiori esborsi. Ed emergono problemi sulla spesa sanitaria delle regioni Lazio e Abruzzo (governate entrambe dal centrosinistra).
Tremonti parte da qui, da questo quadro certo non luminoso, per mantenere le promesse della campagna elettorale. La cancellazione dellIci sulla prima casa costa ai Comuni, in ragione danno, fra i due miliardi e i due miliardi e mezzo. La detassazione degli straordinari, sempre calcolata sui dodici mesi, potrebbe produrre altri due miliardi di minori entrate fiscali (o anche più, a seconda del sistema che sarà scelto). Si tratta di cifre non eccessive, che non pregiudicano gli assetti della finanza pubblica, ma che servono per riportare un po di fiducia nelle famiglie e rilanciare i consumi.
Il ministro dellEconomia preparerà la detassazione insieme con il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, poi ne discuterà coi sindacati. «Troveremo rapidamente una soluzione - dice Sacconi - perché è una misura utile per favorire la crescita, i redditi dei lavoratori e i consumi. Tremonti ha ragione, la crescita è bassa e leredità di Prodi è pesante».
È possibile che il primo incontro fra governo e sindacati sulla questione degli straordinari si tenga mercoledì pomeriggio. Da parte sindacale non ci sono chiusure. Cgil-Cis-Uil sono favorevoli alla detassazione, purché si faccia - spiegano - in regime concordato, su base aziendale o territoriale, oppure di distretto o di settore. Si tratterebbe di approvare un provvedimento-cornice, da applicare poi a livello locale.
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