Laura Verlicchi
da Milano
È pronta la risposta del governo a Bruxelles sulla fusione Autostrade-Abertis. La lettera, frutto di un vertice interministeriale convocato a sorpresa nella serata di mercoledì, sarà inviata oggi, «nel rispetto dei tempi», ha fatto sapere il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, precisando che si tratta della risposta al commissario al Mercato interno Mc Creevy e che sarà il ministro delle Politiche comunitarie Emma Bonino a inoltrarla «secondo le vie diplomatiche».
Ma resta aperto un altro dossier, quello dellAntitrust Ue di Neelie Kroes: e qui Di Pietro si è espresso in modo tuttaltro che possibilista. «È già stato ampiamente spiegato - ha detto - che la questione posta dal ministero delle Infrastrutture e dell'Economia non ha nulla a che vedere con la fusione in sé e per sé, ma con il passaggio della concessione ad un soggetto terzo e quindi qualunque decisione risulterà ininfluente ai fini di tale passaggio». Ma la commissione «non ha ancora deciso», ha fatto sapere il portavoce della Kroes.
In effetti, il no del governo alla fusione tra Autostrade ed Abertis non impedisce, formalmente, l'operazione di fusione, ma soltanto il trasferimento della concessione di Autostrade al nuovo gruppo italo-spagnolo. È evidente però che privare Autostrade delle concessioni significherebbe trasformarla in una scatola vuota: la fusione a quel punto non avrebbe più senso. A questo punto, la palla passa alla Commissione europea, che dovrà decidere, entro il 22 settembre, se chiudere lesame o estendere la propria indagine.
Intanto, i vertici di Autostrade e di Abertis si sono incontrati a Barcellona, per una «normale riunione di lavoro», come lha definita il gruppo spagnolo, smentendo le indiscrezioni a proposito di un impegno comune e ufficiale per realizzare la fusione entro fine anno. In realtà, le società preferirebbero restare alla finestra, confortate dalle indicazioni, che filtrano da Palazzo Chigi, secondo cui il governo starebbe cercando una soluzione alla vicenda, anche per evitare di scontrarsi con Bruxelles.
Il problema vero rimane quello del trasferimento delle concessioni, che sono un bene pubblico, in capo ad Autostrade.
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