
Notizia in aggiornamento
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è arrivata alla Fiera di Rimini per partecipare al Meeting di Comunione e Liberazione accolta gli applausi dei presenti. Al suo ingresso non sono mancate le grida di chi ha urlato: "Brava Giorgia" e lei si è fermata ad autografare il suo libro a un suo sostenitore che ha rivelato: "Avevo portato anche dei Meloni da regalarle ma la Digos me li ha ritirati". Accanto a Meloni, ad accompagnarla ci sono il presidente della fondazione meeting per l'amicizia tra i popoli Scholz Bernhard, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e il prefetto di Rimini Giuseppina Cassone. "Siamo sicuri che dal Meeting di Rimini può arrivare un forte contributo alla vitalità della democrazia", ha detto Bernhard Scholz, nel suo discorso introduttivo.
“Grazie per questa accoglienza, commovente per me. Ringrazio il presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz e alla grande famiglia del Meeting non soltanto per l’invito ma per un evento che da quasi mezzo secolo segna un evento fondamentale nel dibattito della nazione", ha detto Meloni, prendendo la parola per la prima volta nelle vesti di presidente del Consiglio al Meeting di Rimini, dopo essere stata accolta con una standing ovation. "È per me un piacere e un onore essere qui con voi oggi, - ha proseguito - perché sono convinta che quello che accade ogni anno in questi padiglioni sia prezioso". Meloni poi ha aggiunto: "Confesso che ho sempre guardato al Meeting con ammirazione perché è la piazza del dialogo per eccellenza". E ancora: "Senza i volontari non esisterebbe il Meeting e voglio tributare a tutti loro il mio applauso, sono oggettivamente un vero spettacolo". Il presidente del Consiglio, poi, entrando nel merito del dibattito, ha detto: "Il campo in cui abbiamo dimostrato di voler stare non è quello delle ideologie, delle utopie, di chi vuole modellare la realtà: il campo che abbiamo scelto è il campo del reale perché mille miliardi di idee non valgono una sola persona, per loro bisogna vivere e morire".
Anche "la stampa internazionale mai benevola con noi è portata spesso a considerarci una anomalia positiva", ha commentato Meloni aggiugendo polemicamente: "Non cito i tanti profeti di sventura che vedevano proprio nella politica estera il tallone di Achille" per il governo. E poi: "Posso augurarmi che in cuor loro siano tutti contenti di essersi sbagliati". Parlando della guerra in Ucraina ha rivendicato il fatto che "la proposta italiana" del modello art.5 della Nato per le garanzie di sicurezza di Kiev è "la principale sul tavolo, un possibile contributo alla pace che la nostra nazione ha fornito penso che dobbiamo esserne fieri". Sulla crisi in Medio Oriente, invece, ha detto: "Condanniamo l'ingiustificabile uccisione dei giornalisti, un inaccettabile attacco alla libertà di stampa e a tutti coloro che rischiano la vita per raccontare il dramma della guerra". Ma non solo. "Non abbiamo esitato un solo minuto a sostenere il diritto all'autodifesa di Israele dopo l'orrore del 7 ottobre ma allo stesso tempo - ha detto il premier - non possiamo tacere ora di fronte a una reazione che è andata oltre il principio di proporzionalità mietendo troppe vittime innocenti arrivando a coinvolgere anche le comunità cristiane". Meloni ha poi rivendicato il ruolo ricoperto dall'Italia in questa crisi: "Siamo il primo Paese non musulmano per evacuazioni sanitarie da Gaza. C'è chi scrive le mozioni e chi salva bambini io sono fiera di fare parte dei secondi".
Parlando dell'Unione Europea, Meloni non ha nutrito dubbi sul fatto che è necessario "delineare una Europa del pragmatismo andando oltre il dibattito stantio tra più o meno Europa, vera sfida è una Europa che faccia meno e meglio. Uniti nella diversità è del resto il motto dell'Ue cui dovremmo tutti ispirarci davvero". Il presidente del Consiglio ha poi citato il suo predecessore: "L'Ue è sempre più condannata all'irrilevanza geopolitica, incapace di rispondere efficacemente alle sfide di competitività poste da Cina e Usa come, ha giustamente rilevato Mario Draghi da questo palco". E inoltre: "Molte delle critiche che ho sentito rispetto all'attuale condizione" dell'Ue "le condivido così tanto da averle formulate molto spesso nel corso degli anni, tanto da venire criticata aspramente anche da chi oggi si spella le mani". Sul suo posizionamento politico, poi, ha spiegato: "Essere conservatori non vuol dire costruire con mattoni vecchi ma con mattoni nuovi, la nostra casa dove costruire con mattoni nuovi è l'Occidente". E, a tal proposito, è intervenuta sul tema clou di questi giorni: "Abbiamo messo mattoni nuovi sull'immigrazione" con una "cornice di serietà e rigore come mai avvenuto prima" perché "una immigrazione regolata e legale può essere una ricchezza ma quella illegale e incontrollata è un danno per qualsiasi società". E ancora: "Ci interessa combattere le cause profonde che spingono tanti giovani a pagare trafficanti senza scrupoli alla ricerca di una vita migliore che quasi mai le nostre società riescono a garantire”. Non è mancata una stoccata alla magistratura: "Ogni tentativo che verrà fatto di impedirci di regolare il fenomeno della migrazione verrà rispedito al mittente. Non c’è giudice, politico o burocrate che - ha assicurato Meloni - possa impedirci di far rispettare la legge dello Stato italiano".
Meloni ha poi annunciato:"Una delle priorità con cui intendiamo lavorare con Matteo Salvini che ringrazio grande piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie perché senza una casa è più difficile costruirsi una famiglia". E ha assicurato: "Faremo tutto il necessario a ricostruire una società amica della famiglia e della natalità, nella quale la genitorialità sia protetta e sostenuta". Meloni ha poi attaccato i "cattivi maestri" che " hanno proclamato che la genitorialità era un concetto arcaico e patriarcale" e, parlando della gpa, ha detto: "Non c’è nulla di moderno di affittare l’utero di una donna povera, nel privare per legge un bambino della figura del padre o della madre, o addirittura che i figli non vanno messi al mondo perché inquinano".
Il premier ha, inoltre, confermato la sua visita alla comunità di San Patrignano e ha detto: "Noi abbiamo fatto investimenti record" su questo fronte, "alle realtà" di recupero "voglio confermare che lo Stato c'è". Meloni ha avuto anche il "coraggio" di dire "che la droga fa schifo, distrugge la vita, ti riduce a schiavo" ma dicendo anche che "se cadi nella dipendenza non sei perduto". Sul reddito di cittadinanza, invece, ha detto: "Per troppo tempo chi ha governato ha confuso il diritto al lavoro con il diritto a un reddito, rifugiandosi nell'assistenzialismo pur di non esercitare il faticoso dovere in capo allo Stato cioè il compito di creare le condizioni perché il diritto al lavoro sia garantito". E ha sentenziato: "I sussidi come il reddito di cittadinanza deresponsabilizzano le società e atrofizzano le persone". Sempre parlando di temi economici, Meloni ha annunciato:"Abbiamo avviato la riforma dell'Irpef". E ha aggiunto: "Ora è tempo di fare di più e concentrare la nostra attenzione sul ceto medio". Sul sostegno alle imprese, invece, l’obiettivo "è l’abbassamento strutturale del costo dell’energia che pesa come un macigno sull’economia italiana".
Sul tema della sicurezza, Meloni ha assicurato che non intende fermarsi: "Bisogna avere il coraggio di affrontare i problemi più complessi anche mettendo in conto il rischio di fallire, mettendo al centro i problemi delle persone". E ancora: "Quello che abbiamo atto a Caivano è stato solo l'inizio, ora sono otto i territori ai quali stiamo estendendo il modello Caivano. Certo - ha aggiunto - la sfida che abbiamo di fronte è enorme, ma questo governo ha scelto di non girarsi dall'altra parte come altri avevano fatto". Per quanto riguarda le riforme, Meloni ha promesso: "Andremo avanti con la riforma della giustizia nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati che provano a sostituirsi al parlamento e alla volontà popolare". Ma non solo. “Andremo avanti con le tre grandi riforme. Prima fra tutte quella del premierato”, ha assicurato il premier. Che poi ha aggiunto: "Andremo avanti anche con la riforma dell'Autonomia e con quella di Roma Capitale, e andremo avanti con la riforma della Giustizia". Sulla scuola, Meloni ha invitato tutti a una riflessione profonda: "Sull'educazione non dobbiamo avere timore a trovare gli strumenti che assicurino alle famiglie di esercitare pienamente la libertà educativa: l'Italia - ha concluso - è rimasta l'ultima nazione in Ue senza una effettiva parità scolastica, credo sia giusto ragionare sgombrando il campo da pregiudizi ideologici". Sulle radici dell'Europa, infine, il presidente del Consiglio è stata alquanto critica: "Questa fase di enormi mutamenti, in cui sono saltati i paradigmi su cui abbiamo visto costruire l’Unione europea, ci offre per paradosso una grande opportunità, che possiamo cogliere solo se l’Unione europea sarà capace di riscoprire la propria anima e le proprie radici, anche quelle culturali e religiose negate anni fa".
E infine: "Se non sai chi sei non puoi definire il tuo ruolo nel mondo.La burocrazia non ci tirerà fuori dalla tempesta, la politica può farlo. Le regolamentazioni non ci renderanno più forti, le idee possono farlo. Le ideologie cieche non libereranno le nostre società".