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Milano ha paura. E ora Salvini accusa il sindaco Sala

Sondaggio dopo le ultime aggressioni in città: le baby gang preoccupano nove cittadini su dieci

Milano ha paura. E ora Salvini accusa il sindaco Sala
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La città ha paura, e non per suggestione. Secondo una ricerca Ipsos-Unipol, il 26% dei cittadini milanesi non si sente al sicuro nemmeno di giorno, percentuale che cresce al 40% la sera. Microcriminalità in aumento, periferie percepite come pericolose dall'80% degli intervistati, parcheggi e fermate dei mezzi che incutono timore a oltre tre quarti dei milanesi.

In questo quadro, invece di affrontare l'emergenza sicurezza, il primo cittadino Giuseppe Sala (foto in basso) preferisce attaccare il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini (foto in alto), accusandolo di mancati rimpatri e ironizzando sull'idea di summit sull'immigrazione. «Salvini vuole fare un Remigration summit in piazza del Duomo» ma aveva detto «che bisognava fare 600mila rimpatri» e invece «ne facciamo 5mila all'anno» di cui «500 a Milano». Il leader della Lega replica: «L'11 dicembre sarò in Cassazione per aver bloccato gli sbarchi. Non accetto lezioni da chi in otto anni non ha risolto nulla», afferma, a margine della 27esima Edizione di «Italia Direzione Nord», presso la Triennale di Milano. Il ministro ricorda che una condanna sul caso sbarchi sarebbe «un regalo agli scafisti», mentre la città di Milano registra la quota più alta d'Italia di chi teme la microcriminalità (26%), imputata in primis all'immigrazione incontrollata (32%), dopo quindici anni di governo cittadino della sinistra. Le rilevazioni di Changes Unopol, elaborate dall'Ipsos, sono cristalline. Il centro della città (72%) risulta più a rischio della media nazionale (64%). L'uso di droghe (31%) spaventa più della perdita del ruolo educativo della famiglia (26%). Merita un'attenzione specifica il capitolo baby gang. Quasi nove milanesi su dieci (88%) considerano «preoccupante» la proliferazione delle «baby gang», con il fenomeno «maranza» che spadroneggia nelle strade del capoluogo lombardo. L'episodio di Corso Como, l'accoltellamento dello studente della Bocconi da parte di una baby gang composta da cinque ragazzini, ha sconvolto la città. Un episodio crudo, apparentemente privo di spiegazioni logiche, che ha forse segnato il punto di non ritorno nella percezione del problema «sicurezza». Il presidente della Regione Attilio Fontana sposa l'idea salviniana del «Remigration summit». «Di certo - afferma il governatore della Lombardia - bisogna parlare anche di questo problema». Per Fontana «bisogna fare in modo» che tutti coloro «che non vengono qui per lavorare, per integrarsi, per diventare parte della nostra società» tornino «a casa loro».

E Sala esprime un giudizio articolato: critica Salvini ma dice comunque «sì» alla legge speciale su Milano, una proposta portata avanti proprio dalla Lega. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti prende atto della posizione del sindaco, ma non può fare a meno di osservare che il sindaco dovrebbe «far pace» con se stesso. Il leader della Lega sulla sicurezza non molla. Il vicepremier sottolinea che il suo partito sta lavorando a nuove misure legislative per frenare i comportamenti devianti dei più giovani. Tra queste, Salvini annuncia un provvedimento che «prevede il ritardo nel conseguire la patente per chi commette degli illeciti come quelli delle baby gang di «maranza». La sanzione, nelle intenzioni del leghista, può diventare un deterrente efficace. In questo contesto, pure il concerto in piazza Duomo di Capodanno diventa un tema.

Salvini è favorevole all'organizzazione «a patto che sia qualcosa che non attiri i maranza ma riempia il cuore di Milano». Non così complicato per una città a vocazione europea, difficile con Sala e con la Giunta di sinistra.

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