«L’idea è nata un giorno del 1984 quando ricevetti una telefonata. Era Enzo Ferrari. Mi disse: “Caro Flammini, visto che lei sa organizzare bene gli eventi sportivi, perché non studia come portare un Gp di F1 a Roma?». Ecco perché venticinque anni fa, Maurizio Flammini, futuro patron del mondiale Superbike, mise mano al progetto di un circuito cittadino in quel dell’Eur; ed ecco perché, un quarto di secolo dopo, ci riprova. Aveva come ispiratore il fondatore della Ferrari, uno abituato a guardare avanti, molto avanti.
Ma è davvero il momento giusto per rispolverare un’idea del genere?
«Sì, ora è tutto diverso. C’è uno sviluppo enorme dei Gp cittadini. Da Londra a Parigi e Pechino sono una decina le capitali candidate a ospitare una gara. Ormai la F1 è un evento mediatico paragonabile alle olimpiadi».
Però a Monza, Brianza, Gran premio d’Italia, un po’ si trema e un po’ ci si incacchia all’idea: hanno detto «dopo Malpensa anche il Gp di Monza...» e «a Roma pensino a far correre le bighe...».
«L’accenno alle bighe non è sbagliato, in fondo quelle gare sono state le antenate della F1, è lì che è nato lo spirito della competizione su ruote... Però lo voglio precisare: Monza non corre alcun rischio. Con tutte le istituzioni e con l’Aci in testa, siamo assolutamente d’accordo: Monza resta e resterà il Gp d’Italia. Quello di Roma, come in Spagna con Valencia cittadina e Barcellona permanente, potrebbe solo diventare la seconda gara». (Ieri l’Aci, per voce del suo presidente, Enrico Gelpi, l’ha ribadito, ndr).
Dunque la corsa nel parco proprio non si tocca?
«Assolutamente. Noi seguiamo le indicazioni dell’Aci».
E Imola che sognava di rientrare?
«Un circuito permanente in concorrenza con un altro permanente è cosa più difficile».
Avete già ipotizzato una data ideale per la corsa?
«Magari fine ottobre. La data è buona, in quel periodo a Roma gli hotel hanno disponibilità. Porterebbe turismo in un periodo solitamente meno affollato. Quanto all’anno, l’obiettivo è il 2011».
Però Roma, al contrario di Singapore o Valencia, non ha bisogno di farsi conoscere nel mondo.
«Però Parigi fa 40 milioni di turisti l’anno, Roma 20».
È plausibile che l’investimento complessivo sia attorno ai 130-150 milioni di euro?
«Direi di sì. Ma la cosa che conta è che il ritorno economico per Roma, il Lazio e non solo sarebbe molto molto grande».
Quanto grande?
«Enorme. Molto superiore a quello del Bahrein che nei tre giorni di Gp ha registrato 484 milioni di dollari. Anche perché la corsa di Roma non sarebbe solo un Gp ma verrebbe preceduta e accompagnata da un mese di eventi».
I 130 milioni peseranno sulla comunità?
«No, assolutamente, sarà tutto finanziato da privati».
E una Roma by-night come Singapore?
«Questa città è talmente bella che vogliamo si veda tutta di giorno. Per cui piazzeremo telecamere in diversi punti, dal Colosseo a San Pietro. Tanto più che all’Eur ci sono colonnati romanici che portano in evidenza non solo la modernità ma anche lo stile della vecchia Roma».
Il tracciato sarà quello dell’84?
«No, resta all’Eur ma è totalmente cambiato perché abbiamo scelto un percorso ancora più interessante, che non comporti fastidi di mobilità per la città... Nello studio ci aiuterà anche Hermann Tilke, il grande progettista di autodromi».
Enzo Ferrari l’ha ispirata nell’84, ma il presidente della Rossa, Luca di Montezemolo, non pare entusiasta. Ha detto: «È assolutamente impensabile un nuovo Gp visto che abbiamo già tanti circuiti sottoutilizzati... uno straordinario al Mugello, uno storico a Monza e poi Imola, Misano, Vallelunga...».
«Da me non partirà mai qualcosa che penalizzi gli autodromi permanenti e in particolar modo il Mugello dove vinsi la mia prima gara di F2».
Montezemolo ha però detto che se fosse un Gp speciale, unatantum per Roma, se ne potrebbe anche parlare...
«Il Gp di Roma, se Roma riuscirà a organizzarlo, sarà sicuramente un evento speciale come lo sono Valencia e Singapore».
Ma resterà qualcosa a livello urbanistico come dopo le Olimpiadi?
«Ritengo di sì, l’abbiamo chiesto ai progettisti».
Teme ostacoli dai verdi?
«L’ambientalismo è molto cresciuto rispetto all’84, non è più viscerale.
Quali?
«Non posso ancora rivelarlo, ma sono certo che gli ambientalisti diventeranno nostri alleati».
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