Il grande centro unisce le forze: «Popolari europei per la Liguria»

Il grande centro unisce le forze:  «Popolari europei per la Liguria»

Paola Setti

Intanto quello che non è: «Non è la crociata dei “trombati” contro i loro partiti», anche se, sì, «un certo disagio c’è nei confronti dei partiti, ormai lontano dalla gente». Poi l’obiettivo ufficiale: «Cancellare lo scollamento fra elettorato e forze politiche». E le ambizioni: «Aiutare la nascita del partito unico del centrodestra con il dialogo fra le componenti cattolica, laico-liberale e socialista-riformista», il pensiero rivolto al partito popolare europeo, un occhio attento al proporzionale e al grande centro. Nasce così il movimento «Popolari europei per la Liguria», non un partito ma un’associazione fra chi, «pur provenendo da matrici culturali e politiche diverse, si riconosce nella concezione liberal-democratica e cristiano-democratica dello Stato e nella dottrina sociale della Chiesa».
Lo slancio del delfino nel logo e i nomi dei 15 soci fondatori parlano da soli. Ci sono quelli che non saranno stati eletti alle ultime elezioni ma hanno preso 16, 17mila voti «che abbiamo l’obbligo di valorizzare» con le parole dell’ex assessore di Forza Italia, Roberto Levaggi. Quelli che hanno lasciato la Margherita perché «lì non esiste dialogo», come Roberto Carobbi e Tullio Mazzolino. E personalità trasversali, dal sindaco di Recco Gianluca Buccilli, Udc, a tanti di Forza Italia: Angelo Barbero, Emilio Cervini, Enrico Cimaschi, Raffaella Della Bianca, Luigi De Luca, Mazarino De Petro, Mario Maggi, Pier Luigi Medone, Renato Pizio, Giampiero Rivara, Maurizio Uremassi. In attesa di avviare il tesseramento, quota di partecipazione 20 euro a famiglia, 10 per i single, il movimento si è strutturato con un presidente, Mazzolino, e due vice, Barbero e Cervini.

L’iscrizione non è in conflitto con le tessere di partito, ma chi aderisce deve sottoscrivere un manifesto che individua nella famiglia la base della convivenza civile e si riconosce nella valorizzazione delle tradizioni e delle risorse umane, culturali e materiali della Liguria.
Il tutto in «posizione alternativa alla sinistra storica». Prime tappe a settembre con due incontri: il primo a Chiavari sui temi economici, il secondo a Genova sul piano regolatore sociale del Comune.

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