Oggi debutta alla Scala la nuova produzione di Nabucco di Giuseppe Verdi, rimarrà allestita fino al 20 febbraio. Uno spettacolo molto coprodotto, come è giusto che sia dati i tempi di ristrettezze. Mette infatti in campo le forze del teatro milanese, del Covent Garden di Londra, del Liceu di Barcellona e del Lyric di Chicago. La regia è italianissima, la firma Daniele Abbado (figlio di Claudio il grande) che sposta la vicenda fra gli anni Venti e Trenta, e dal Medioriente d'origine la colloca nella nostra Europa: in un Paese imprecisato.
Quel che si vedrà sarà infatti un racconto comunitario, anche con evocazioni delle persecuzioni razziali, naziste in testa, perpetrate durante il funesto secolo breve. Dramma corale di biblica grandiosità, con uno dei momenti topici nel celeberrimo Va Pensiero, Nabucco sarebbe ambientato al tempo dell'oppressione degli ebrei da parte dei babilonesi, incentrata sulla figura del re babilonese Nabucodonosor.
Però, non vi saranno sapori mediorientali per la messinscena scaligera che ha luogo a pochi giorni dal giorno della Memoria. Nei panni, borghesissimi (giacca, pantalone) del re, c'è il baritono Leo Nucci: cantante inossidabile, d'una longevità canora da primati (è del 1942), Rigoletto e Figaro da manuale, ferrato comunque nei ruoli verdiani. Nucci si alterna al più giovane collega Ambrogio Maestri, in questi giorni - influenza permettendo - nobile Falstaff. Occhi puntati, poi, sul soprano ucraino Liudmyla Monastyrska, di cui si raccontano meraviglie: per la verità, è un nome che corre nel segno di Lady Macbeth, mentre a Milano si sperimenta in Abigaille.
Sul podio, dopo il concerto con la Filarmonica scaligera, torna Nicola Luisotti, direttore, il direttore di Livorno che approdò per la prima volta alla Scala nel 2011 con un titolo verdiano, Attila. Quindi tornò l'anno scorso in Tosca. Direttore che si muove lungo l'asse San Francisco-Napoli: nel 2012 ha infatti ottenuto la sua prima conduzione musicale stabile in un teatro italiano, il SanCarlo di Napoli.
In questo avvio d'anno speso in omaggio a Giuseppe Verdi, nato due secoli fa, Nabucco si alterna alle ultime repliche di Falstaff.
La Scala pone - così - a confronto il titolo della giovinezza di Verdi, lanciato proprio da Nabucco, nel 1842, e quello di un musicista ottuagenario: Falstaff, appunto, anche lui tenuto a battesimo a Milano, nel 1893.Un omaggio che prosegue domenica pomeriggio (ore 16.00) con il primo appuntamento del ciclo La Scala in Famiglia. Domenica alla Scala, con gli allievi dell'Accademia di perfezionamento per cantanti lirici, accompagnati da Vincenzo Scalera.
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