Grandi opere nel Lazio: 30 milioni in meno

Aracri (An): «La scure del Cipe, perché Marrazzo è in difetto con i tempi»

«Il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), con delibera 179 del dicembre 2006, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 23 maggio 2007, ha tolto alla Regione Lazio 30 milioni di euro (destinati alle grande opere) perché la giunta Marrazzo non ha rispettato le procedure nei tempi previsti (30 marzo 2006)». Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale di Alleanza nazionale, Francesco Aracri.
«Nel periodo 2000-2003, l’allora Giunta Storace chiese al Cipe 100 milioni di euro al fine di supportare tutta una serie di interventi per la nostra Regione - continua Aracri -. Gran parte della somma, circa 79 milioni di euro, erano stati destinati per trasporti e centri intermodali, reti di viabilità, difesa del suolo, tutela della costa, parchi, riserve, beni e attività culturali. Ovviamente, per ottenere ciò, la stessa Regione aveva posto in essere (nell’epoca 2002 primi 2005) tutte le procedure che la legge impone. L’unica, elementare, condizione, era quella di concludere l’iter burocratico entro il 30 marzo del 2006 pena la mancata erogazione della somma. Bene: con buona pace dell’economia del Lazio e dello sviluppo della nostra Regione - aggiunge sempre Aracri - oggi, con grande stupore, scopriamo che alla Giunta regionale guidata dal “presidentissimo” Marrazzo verranno tolti trenta dei cento milioni di euro previsti perché in difetto con i tempi. Il che, tradotto, significa che non potremo portare a termine gran parte degli investimenti programmati».


«A questo punto - conclude l’esponente di centrodestra - ogni commento, soprattutto perché i 30 milioni di euro decurtati al "nostro" Lazio costituiscono il 28 per cento del totale tolto a tutte le regioni d’Italia, è superfluo. L’incapacità amministrativa del centrosinistra è sotto gli occhi di tutti e a questo punto non può che non commentarsi da sola».

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