La Grecia torna a far paura: alle stelle il rischio default

Salgono al 60% le possibilità di una bancarotta entro cinque anni Le tensioni innescate dall’ipotesi di una ristrutturazione del debito

La Grecia torna a far paura:  
alle stelle il rischio default

Sembra un paradosso crudele: da un lato le continue proteste contro le misure di austerity varate dal governo in cambio del prestito da 110 miliardi di euro; dall’altro, il sismografo su Bond e credit default swap (cds) che segnala scosse crescenti, a indicare come la Grecia non sia ancora al riparo nonostante il salvataggio di Ue e Fmi. Atene sembra insomma di nuovo alle corde, forse sul punto di non essere in grado di onorare gli impegni presi. Già non tornano i conti con il processo di risanamento: il deficit pubblico nel 2010 ha sfondato la soglia del 10% del Pil, mentre l’obiettivo era l’8%. Da giorni, circolano infatti voci secondo cui il Paese sarà costretto a una ristrutturazione del debito, mossa che porterebbe al «fallimento di gran parte del sistema bancario greco», paventa Lorenzo Bini Smaghi, componente del direttivo della Bce. È però anche vero che l’Eurotower potrebbe mettere ancor più in difficoltà la Grecia se per contrastare un’inflazione destinata a restare sopra il 2% per tutto il 2011 (Bollettino di aprile) Trichet deciderà nuovi rialzi dei tassi.
Nonostante le ripetute smentite del governo ellenico, ieri il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaueble, ha spiegato che «misure supplementari» potrebbero essere individuate per trovare una soluzione al problema del debito greco. Una frase che, in teoria, potrebbe proprio aprire la porta a una ristrutturazione, probabilità che secondo Standard & Poor’s è cresciuta, anche se questo non significa che l’ipotesi sia «inevitabile». Nel caso in cui l’eventualità si verificasse, S&P stima come «probabile» una sforbiciata al debito «tra il 50 e il 70%». Il ministro delle Finanze, George Papacostantinou, ha ammesso che difficilmente nel 2012 Atene riuscirà a tornare sui mercati per raccogliere, come aveva programmato, 20-25 miliardi. In tal caso dovrà far ricorso ad altri prestiti, anche se difficilmente la Germania acconsentirà.
Naturalmente, le antenne sensibili dei mercati registrano tutto. E così ieri i tassi sui bond a 10 anni sono schizzati a un livello mai toccato dall’introduzione dell’euro: 13,13% contro il 12,82% di un mese fa, mentre i rendimenti sulle obbligazioni di minore durata, a 2 anni, sono balzati addirittura al 17,44%.

La spia da allarme rosso è però quella dei cds, ossia i «rilevatori» del grado di rischio sul debito greco, saliti al record di 1.080 punti. Un valore che implica un 60% di possibilità di default nell’arco di cinque anni.

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