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Guerra su facebook: boicottate gli sponsor che mollano Phelps

Tre associazioni pro marijuana americane hanno scatenato la rivolta contro le ditte che hanno abbandonato il nuotatore, dopo la fumata proibita. Una pagina sul web ha già raccolto più di 3000 adesioni. «Non trattateci come criminali»

Sono in marcia le associazioni pro marijuana di tutta America. Michael Phelps non rimarrà solo, anche se gli sponsor lo abbandonano. L'ultima puntata del tormentone «Phelps-la marijuana- e gli sponsor» si è arricchita di un nuovo protagonista: tre associazioni pro marijuana americane sono sbarcate su Facebook creando un pagina con più di 3000 membri per convincere tutti a boicottare gli sponsor che abbandonano, e abbandoneranno, l'atleta americano dopo la pipata goliardico- spregiudicata finita sui giornali di tutto il mondo. Dopo la Kellogs, catena di cereali, anche la Subway ha preso le distanze dal campione bamboccione. La ditta di cereali non ha rinnovato il contratto. La Subway, per la quale Phelps pubblicizzava ghiotti sandwich da far venire l'acquolina in bocca, ha ritirato dal suo sito web l'immagine del ragazzone con il panino in mano. Idea che ha fatto arrabbiare le associazioni "pro- pipata", si sono arrabbiate e offese. Molto più furbamente hanno acchiappato al volo l'occasione per sdoganarsi dall'angolo dei reietti. Phelps è diventato un simbolo, suo malgrado. Dietro al movimento per il boicottaggio, si dipana un'idea filosofica, riassunta in un virgolettato.«Oltre 100 milioni di americani hanno ammesso consumo di marijuana. Sono i nostri padri, le nostre famiglie, il nostro presidente. Chiediamo che non siano trattati come criminali». Se il movimento otterrà consensi gli sponsor eviteranno azioni così plateali, visto che il nuotatore è già stato punito dalla federazione americana del nuoto ed ha recitato il mea culpa che ogni volta rinnova sotto diversa forma. Ad una Tv americana ha confessato: «Non ero preparato a tanta popolarità. Dopo Pechino è successo di tutto. Era impossibile sostenerne il peso. Ho parlato con gente passata attraverso queste esperienze in altri sport, sono stati incontri utili: mi hanno aiutato in questi giorni difficili». Resta un solo dubbio: andare avanti o fermarsi? A domanda, Phelps ha risposto come sempre: «Non è il momento di prendere decisioni».

La marijuana gli ha annebbiato le idee.

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