Black Hawk in azione a Pokrovsk: il raid segreto del GUR per fermare l’avanzata russa

Due elicotteri Black Hawk ucraini hanno sbarcato forze speciali del GUR a Pokrovsk per evitare l’accerchiamento russo. Missione rischiosa sotto il fuoco dei droni, mentre la città simbolo sta per cadere

Black Hawk in azione a Pokrovsk: il raid segreto del GUR per fermare l’avanzata russa
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I filmati risalgono al primo giorno di novembre e mostrano con chiarezza due elicotteri di produzione americana Black Hawk che si posano in campo aperto, a ridosso dell’area industriale nord-occidentale di Pokrovsk, una delle città simbolo della resistenza ucraina che sta ora cadendo, casa dopo casa, in mano russa. Il loro compito: sbarcare pochi soldati scelti con una missione difficile — impedire l’accerchiamento delle truppe russe e tenere aperta una via di fuga per le unità ucraine che potrebbero essere costrette a ritirarsi.

I due elicotteri UH-60 mostrati nei video appartengono alla Direzione Centrale di Intelligence dell’Ucraina, il GUR, e insieme a un terzo elicottero hanno volato a bassissima quota, a una dozzina di metri dal suolo, per non essere intercettati o presi di mira dai sistemi antiaerei, atterrando in un campo aperto a nord della città sotto assedio. Erano carichi di uomini delle forze speciali che operano sotto il controllo dell’intelligence militare, composta da unità di spetsnaz, commando esperti in azioni di guerriglia e sabotaggio. Le due unità — possiamo ipotizzare una ventina di specialisti — si sarebbero inserite proprio nel “collo di bottiglia” che si sta chiudendo nel settore di Pokrovsk–Grishino, lungo la strada attraverso la quale le truppe ucraine potrebbero trovare una via di fuga.

L’operazione è stata “supervisionata dal capo delle spie militari Kyrylo Budanov”, scrive Reuters, e le truppe si sarebbero immediatamente dirette verso le aree della città che i russi dichiarano di controllare.

Lo schieramento di specialisti ben addestrati in settori critici sembra essere diventato una tattica standard del Direttorato di Kiev, che evidentemente ha capito come pochi commando possano fare la differenza contro unità convenzionali, proprio come la strategia di impiego di questo particolare strumento ha sempre insegnato.

Il raid documentato viene considerato come un tentativo da parte di Kiev di recuperare la situazione nella cittadina, che rappresenta un punto strategico per via dell’importante snodo stradale e ferroviario, in grado di consentire ulteriori avanzamenti nella regione orientale di Donetsk, settore di contatto tra gli schieramenti terrestri.

Secondo gli analisti che studiano le manovre sul campo, è probabile che queste unità speciali possano soltanto “ritardare” la caduta e consentire ai loro compagni d’armi una ritirata sicura, per poi ripiegare e riorganizzarsi. Stando a quanto riportato da alcuni blogger militari filo-russi, le truppe di Mosca, dopo aver osservato la manovra con alcuni droni Fpv, hanno immediatamente preso di mira i commando con droni kamikaze.

Le fonti ucraine continuano a smentire la “caduta” di Pokrovsk, che riveste un importante valore come linea di rifornimento. Lo Stato Maggiore di Kiev dichiara di aver “respinto 68 attacchi russi nei pressi di 18 insediamenti vicino a Pokrovsk”, affermando che i suoi soldati “non sono accerchiati”.

Le fonti russe, al contrario, dichiarano che “i gruppi d’assalto della Seconda Armata sono entrati e si sono consolidati nelle aree residenziali del quartiere Prigorodny” e “proseguono l’eliminazione delle formazioni delle forze armate ucraine accerchiate nelle zone della stazione ferroviaria e dell’area industriale oltre la ferrovia”.

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