Guerra in Ucraina

Risate e applausi per Lavrov: cosa svela l'intervento del ministro russo

Quando Lavrov ha presentato Mosca come vittima della guerra in Ucraina il pubblico della conferenza indiana è scoppiato a ridere. Ma in altri passaggi non sono mancati applausi e approvazione

Risate e applausi per Lavrov: cosa svela l'intervento del ministro russo
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"Stiamo cercando di fermare la guerra che è stata scatenata contro di noi usando il popolo ucraino". Siamo Nuova Delhi, in India, ed è in corso l'importante conferenza Raisina Dialogue. I riflettori sono puntati su Sergej Lavrov. Non appena il ministro degli Esteri russo ha pronunciato questa frase, il pubblico che stava ascoltando il suo intervento è scoppiato in una risata fragorosa. L'episodio, immortalato in un breve video, ha fatto il giro del mondo ed è subito diventato virale.

La frase di Lavrov e le risate del pubblico

Lavrov era uno dei tanti ospiti della conferenza geopolitica promossa dall'India. Dopo la riunione ministeriale del G20, in programma sempre sempre a Nuova Delhi, è andato in scena l'attesissimo evento, dove il ministro ha raccontato la sua versione dei fatti, e quindi la narrativa ufficiale del Cremlino, in merito alla guerra in Ucraina.

La sala, anziché restare in silenzio, ha iniziato a ridere nonostante il contesto formale. Alcuni hanno pure fischiato. Lavrov è stato costretto a interrompere, e poi ripetuto tre volte: la guerra "ha influenzato, influenzato, influenzato" la politica russa. Nella clip si vede l'alto funzionario attribuire la responsabilità del conflitto in Ucraina all'Occidente, che "l'ha iniziata e sta usando gli ucraini contro di noi". Prima che Lavrov finisse di parlare, la platea ha iniziato a rimoreggiare tra risate e qualche urlo di dissenso. Il ministro russo, comunque, non si è scomposto e, dopo un secondo di interruzione, ha continuato il suo discorso.

L'intervento del ministro russo

Attenzione però, perché al netto del tentativo di presentare Mosca come vittima e non come aggressore per il resto Lavrov ha ottenuto anche l'approvazione di una parte dei presenti. Il Washington Post ha scritto che un chiassoso pubblico internazionale di accademici, diplomatici e dirigenti d'azienda ha applaudito e si è lamentato del punto di vista sul conflitto ucraino presentato dal ministro russo. Riflettendo, di fatto, le divisioni globali sulla crisi ucraina.

In mezzo agli applausi, Lavrov ha ad esempio sottolineato quello che ha definito un "doppio standard" nelle domande che gli sono state rivolte sulla guerra, specialmente se confrontate con gli interventi militari degli Stati Uniti nei decenni passati.

"Sei stato interessato in questi anni a cosa è accaduto in Iraq, a cosa sta succedendo in Afghanistan?", ha chiesto al suo intervistatore, fermandosi di fronte ad un altro applauso. "Voi credete che gli Stati Uniti abbiano il diritto di dichiarare una minaccia al proprio interesse nazionale, in qualsiasi luogo sulla terra, come hanno fatto in Jugoslavia, in Iraq, in Libia, in Siria e non fate loro nessuna domanda?", ha proseguito.

Opinioni divise

La reazione del pubblico rappresenta sostanzialmente le opinioni profondamente divise in merito alla guerra presenti in India e in molte altre parti del mondo. Non tutti, a quanto pare, considerano la guerra una responsabilità da attribuire solo ed unicamente alla Russia.

Non solo: le critiche mosse da Lavrov a quello che ha definito come "l'ipocrisia occidentale" e "l'attenzione selettiva ai diritti umani" sono state ascoltate in India con grande attenzione, visto che anche alcuni funzionari locali si sono lamentati dei suddetti doppi standard.

Giusto per citare un episodio recente, lo scorso dicembre al ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, era stato chiesto perché l'India non avesse condannato l'operazione militare russa.

"Posso darti molti esempi di Paesi che hanno violato la sovranità di un altro Paese", rispondeva al suo interlocutore, aggiungendo che "se dovessi chiederti la posizione dell'Europa su molti di questi casi, temo che otterrei un lungo silenzio".

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