Nasrallah eliminato. Biden: "Forma di giustizia". Condanna della Russia

Il presidente Usa Joe Biden dopo l'uccisione del leader di Hezbollah da parte di Israele: "Una misura di giustizia per le sue numerose vittime". Kamala Harris: "Terrorista con le mani sporche di sangue". Mosca condanna l'assassinio

Nasrallah eliminato. Biden: "Forma di giustizia". Condanna della Russia

L'uccisione del leader di Hezbollah da parte di Israele mette in subbuglio la politica mondiale. Molto duro il commento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden: "Hassan Nasrallah e il gruppo terroristico da lui guidato, Hezbollah, sono stati responsabili dell’uccisione di centinaia di americani nel corso di quattro decenni di terrore. La sua morte a causa di un attacco aereo israeliano è una misura di giustizia per le sue numerose vittime, tra cui migliaia di americani, israeliani e civili libanesi. Gli Stati Uniti sostengono pienamente il diritto di Israele di difendersi da Hezbollah, Hamas, gli Houthi e qualsiasi altro gruppo terroristico sostenuto dall’Iran", ha aggiunto, "proprio ieri ho incaricato il mio Segretario alla Difesa di migliorare ulteriormente la posizione di difesa delle forze militari statunitensi nella regione mediorientale per scoraggiare le aggressioni e ridurre il rischio di una guerra regionale più ampia". Biden ha concluso così: "A Gaza abbiamo perseguito un accordo sostenuto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. In Libano, abbiamo negoziato un accordo per riportare le persone in sicurezza nelle loro case in Israele e nel Libano meridionale. È tempo che questi accordi si concludano, che le minacce per Israele vengano eliminate e che la regione mediorientale nel suo complesso acquisti maggiore stabilità".

Gli fa eco Kamala Harris, vicepresidente nonché candidata alla Casa Bianca per il Partito democratico: le vittime di Hezbollah hanno ottenuto "giustizia" dopo la morte in un bombardamento israeliano del leader dell’organizzazione sciita, Hassan Nasrallah, che ha definito "un terrorista con le mani sporche del sangue degli americani. Per decenni, la sua guida di Hezbollah ha destabilizzato il Medio Oriente e ha portato alla morte di innumerevoli vite innocenti in Libano, Israele, Siria e nel mondo. Oggi, le vittime di Hezbollah hanno ottenuto una misura di giustizia". Harris ha poi aggiunto assicurando che gli Usa continueranno a lavorare per una soluzione diplomatica. "Il presidente Joe Biden ed io non vogliamo che il conflitto in Medio Oriente degeneri in una guerra regionale più ampia. Abbiamo lavorato per una soluzione diplomatica lungo il confine tra Israele e Libano, in modo che le persone possano tornare in sicurezza alle loro case da entrambe le parti. La diplomazia rimane la strada migliore da percorrere". Ribadito infine il sostegno "incondizionato" di Washington alla sicurezza di Israele e al suo diritto di difendersi "dall’Iran e dai gruppi terroristici sostenuti dall’Iran come Hezbollah, Hamas e gli Houthi".

Usa parole di fuoco Alì Khamenei, guida suprema dell'Iran. !"Il regime sionista, perfido, non è uscito vittorioso dal compiere questa atrocità", scrive su X. "Per la grazia e il potere di Dio, i colpi inferti dal Fronte di Resistenza al corpo esausto e in deterioramento del regime sionista diventeranno ancora più schiaccianti". In Iran sono stati dichiarati cinque giorni di lutto nazionale. Sempre a Teheran si registra anche l'intervento del presidente, Masoud Pezeshkian, che accusa gli Stati Uniti di aver avuto un ruolo dietro alla morte di Nasrallah: "La comunità mondiale non dimenticherà che l’ordine di attacco terroristico è stato impartito da New York e gli americani non possono esimersi dalla complicità con i sionisti".

La Francia chiede la fine immediata dei raid israeliani in Libano e precisa la sua opposizione a qualsiasi operazione di terra. Dopo aver parlato con il premier libanese Najib Mikati, il ministro degli esteri francese Jean-Noel Barrot, chiede anche a Hezbollah e all'Iran di evitare qualsiasi azione che possa destabilizzare ulteriormente la situazione. Anche il Regno Unito chiede un immediato cessate. Il capo della diplomazia britannica David Lammy ha detto che "una soluzione diplomatica è l’unico modo per ripristinare la sicurezza e la stabilità per il popolo libanese e israeliano". L'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ai microfoni del Tg2Post sottolinea che "all'inizio della settimana, a New York, abbiamo iniziato a lavorare per un cessate il fuoco. Io ho incontrato anche il ministro degli Esteri iraniano, ma mi pare molto difficile. A parole si dice, ma è difficile mettere d'accordo tutte le parti in causa, sia Hamas, sia Hezbollah, sia Israele". E poi ancora: "Israele ha il diritto di difendersi ma chiediamo sempre nelle reazioni di fare massima attenzione ai civili perché non può ripetersi quello che è successo a Gaza. Stiamo lavorando per evitare un'escalation, vediamo se la morte di Nasrallah potrà portare a una liberazione degli ostaggi, però è tutta una partita aperta".

E la Russia? Da Mosca arriva la ferma condanna all'assassinio del leader di Hezbollah. Il ministero degli Esteri russo in un comunicato condanna "fermamente l’ennesimo assassinio politico commesso da Israele. Questa azione di forza è gravida di conseguenze ancora più drammatiche per il Libano e per l’intero Medio Oriente. La parte israeliana non poteva non rendersi conto di questo pericolo, ma ha compiuto un passo del genere - l’uccisione di cittadini libanesi - che quasi inevitabilmente provocherà una nuova esplosione di violenza. È quindi pienamente responsabile della conseguente escalation. Ancora una volta - ha aggiunto Mosca - esortiamo Israele a cessare immediatamente le ostilità, questo permetterebbe di fermare lo spargimento di sangue e di creare le condizioni per una soluzione politica e diplomatica. Nell’attuale situazione esplosiva, i membri responsabili della comunità internazionale devono fare tutto ciò che è in loro potere per evitare che la regione precipiti in un confronto armato su larga scala".

La situazione in Medio Oriente - e non solo - è una polveriera. Ma c'è anche chi pensa che questa ennesima prova di forza possa produrre una stabilizzazione, creando nuovi equilibri. Proprio quello che pensa (o spera) il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "L’uccisione di Nasrallah - ha detto - è stato un passo necessario per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati, riportare i residenti del Nord sani e salvi alle loro case e cambiare l’equilibrio di potere nella regione per gli anni a venire".

La chiave di tutto è proprio nelle ultime parole: equilibrio di potere. Giocoforza dovranno essere coinvolti anche alcuni paesi arabi. Vedremo se e come si incastreranno le tessere del tetris per rendere possibile questo risultato.

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