da Milano
Analisi, proposte e idee. Ad andare in scena nella tre-giorni milanese allinsegna delle golosità dautore saranno soprattutto i nodi irrisolti che la ristorazione di qualità si trova ad affrontare. Come la problematica dellanisakis, il parassita killer diffusissimo nel pesce azzurro (ma anche nel salmone, ad esempio), che se consumato crudo o comunque poco cotto può infettare luomo. Ne parlerà dopodomani a Identità Golose Moreno Cedroni, guru del sushi allitaliana, premiato dalla guida Michelin, allinterno di una parte del congresso dedicata proprio al pesce.
Di cosa si tratta?
«Quella dellanisakis è una problematica che cè sempre stata, ma è ora di portarla allattenzione del grande pubblico e delle istituzioni, ora che il consumo del pesce crudo o marinato è così in voga. Lanisakis si annida infatti nellintestino del pesce, soprattutto triglie, sgombro e salmone e, una volta pescato, se non viene sviscerato in meno di 4 ore potrebbe anche intaccare la parte commestibile, comportando scompensi anche gravi nel corpo umano.
Possibile che non ci siano controlli?
«La legislazione su questo argomento è molto vecchia o comunque sicuramente precedente allattuale moda dilagante di consumare sushi e sashimi. Nellattuale sistema di pesca e commercializzazione passano di solito otto o dieci ore prima che il pesce venga trattato. Ed il rischio che il pesce che troviamo nel piatto sia in realtà infetto è in verità molto alto. Per debellarlo, oltre alla cottura, lunico modo è il congelamento. È sufficiente un abbattimento rapido, cioè portare il pesce già filettato a una temperatura di -20 gradi. Sono necessari appena 15 minuti perché lacqua si trasformi in cristalli piccolissimi. Solo così lo scongelamento sarà altrettanto veloce: in unora dallinizio del procedimento è di nuovo in temperatura positiva. Una sorta di congelamento rapido».
Non sempre complicato...
«È molto semplice, ma un simile procedimento non è ancora previsto dalla legge in vigore in Italia, che specifica che i prodotti alimentari siano trattati in laboratorio e non nelle cucine degli chef. Di fatto vieta al ristoratore di servire prodotti congelati, a meno che non sia espressamente specificato nel menu».
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