«Ha problemi di democrazia» Nahum e Ismail incalzano il Pd

Alberto Giannoni

Il caso Nahum mette in serio imbarazzo il Pd milanese. L'ex portavoce della comunità ebraica, Daniele Nahum, è un esponente importante del partito a Milano. O forse sarebbe meglio era, visto che pochi giorni fa, nel corso di un riassetto degli incarichi interni, il segretario Pietro Bussolati ha deciso di togliergli la delega che gli aveva assegnato, alla Cultura. Il Giornale ne ha parlato venerdì e le reazioni non sono mancate, anche perché la decisione viene ricondotta a una polemica sui centri islamici scoppiata poche settimane fa fra Bussolati e Nahum. «Mi sarei aspettato che almeno mi fosse comunicato il ritiro della delega - ha detto ieri Nahum - Però la questione è esclusivamente riconducibile a questioni di screzi politici». «Il problema che va segnalato, piuttosto - ha aggiunto - è la preoccupante mancanza di democrazia all'interno del Pd metropolitano. Dove, chi non si allinea al pensiero e al comportamento del segretario provinciale, viene sistematicamente escluso. O costretto ad autoescludersi».

Sul caso è intervenuto anche il consigliere comunale Matteo Forte: «Dopo aver messo in un angolo Maryan Ismail ora tocca a Nahum - ha detto - sembrerebbe proprio che al Pd metropolitano non piacciano i moderati che si spendono per una pacifica convivenza, siano essi musulmani, ebrei cristiani. Se i democratici milanesi si fanno dettare la linea dall'islam radicale, questo è un problema per tutti».

«Non mi meraviglia - commenta la stessa Ismail, antropologa italo somala ex pd - l'indirizzo è chiaro e lo si è visto anche nell'ultima riunione sui luoghi di culto, per la quale la comunità marocchina per esempio non è stata contattata. Il Pd è rigidissimo su questa posizione legata a una linea che non si capisce bene, io vorrei che il sindaco e il partito chiarissero cosa sta accadendo».

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