Operazione «Sputtanamento internazionale», lultima invenzione dipietresca contro la dittatura nazi-fascista italiana cerca una sponda nei giornali inglesi, con inserzioni a pagamento o lettere al direttore. A prezzi salati peraltro, circola la voce insistente tra i peones del partito che la paginata sullInternational Herald Tribune sia costata 38mila euro a Di Pietro. E vabbè che entro due settimane nelle casse dellIdv entreranno diversi milioni di euro (pare una ventina) di rimborso elettorale, ma alla truppa liniziativa di Tonino piace poco. «Spende soldi sui giornali stranieri ma alle sedi allestero non arriva un euro» lamenta il coordinatore di un circolo Idv fuori dallItalia, una terra di nessuno fuori dai giochi della tesoreria Idv. «Poteva darli ai poveri» lagna un altro «idìvvino». Ieri la firma di Di Pietro compariva nella pagine «Letters and email» del Guardian (e per inciso, molti ora si chiedono chi sia il traduttore dal dipietrese allinglese), lo stesso giornale che aveva montato la bufala dellespulsione dellItalia dal G8. Stai vedere che la prossima gita londinese di Tonino raggiunge le rive del Times di Rupert Murdoch, sarebbe la chiusura del cerchio. Ma anche la quadratura dellultima piazzata maccheroni-style del tribuno dellIdv. Mentre Di Pietro interroga la comunità internazionale, come fosse un ribelle Tutsi in Ruanda, lItalia si interroga su Di Pietro. Lo ha fatto Piero Ostellino, in modo durissimo, nelleditoriale del Corriere della Sera, un quotidiano che - come spiegava ieri Gian Antonio Stella - «non ha mai fatto sconti» a Berlusconi (è stato il Corriere a far partire il «DAddario-gate»). Leditorialista di via Solferino spiega che la «surreale iniziativa» di Di Pietro dimostra uno «spirito autoritario che mal sopporta di fare politica entro il perimetro costituzionale». É il grillismo in english version. «Molti qui vorrebbero un partito normale, non padronale come lIdv che vuole Di Pietro» lamenta un parlamentare Idv, riportando una sensazione diffusa tra i banchi dei parlamentari. Lo storico Nicola Tranfaglia (nella foto), candidato non eletto dellIdv alle europee, in unintervista al Corriere sul Di Pietro anglofilo già si smarca dal leader: «Dire che siamo alla vigilia della dittatura è eccessivo. Restare nellIdv? Solo se sarà tolto il suo nome dal simbolo e il partito sarà più democratico». Praticamente un biglietto di andata senza ritorno verso altri lidi politici. La coincidenza della propaganda internazionale di Di Pietro col G8 aumenta il disagio di certi dipietristi moderati: «Va riconosciuto a Berlusconi che questo G8 allAquila è stata una grande idea e una vetrina mondiale per aiutare lAbruzzo. Invece se andiamo allestero a dire che lItalia è un paese a rischio dittatura screditiamo solo lItalia. Non va bene, non si fa così una opposizione seria» confessa un altro parlamentare che si trincera - come gli altri - dietro lanonimato.
Anche se la linea prevalente è quella «giustificazionista», come quella di Aurelio Misiti, deputato Idv e referente di Di Pietro per larea infrastrutture: «I contenuti dei messaggi ai giornali inglesi sono quelli tipici dellIdv, e francamente non trovo utile discutere del mezzo scelto. Anche perchè i giornali inglesi non sono stranieri, sono europei, come quelli italiani. Ragioniamo in termini di Europa e vedrete che non cè niente di strano».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.