Roma

Un hacker alla Regione: Watergate o bluff?

Daniele Petraroli

Un Watergate alla Pisana. Secondo il governatore Piero Marrazzo un hacker controllerebbe sistematicamente la sua corrispondenza privata trafugando appunti e schede. Non solo, venerdì qualcuno si sarebbe anche introdotto nel suo ufficio per rubare carta intestata al presidente della Regione e, falsificando la sua firma, avrebbe richiesto a un ufficio dei computer. Un’accusa pesante quella di Marrazzo. E un’accusa con un destinatario preciso, Alleanza nazionale. «Registro solo che nei giorni scorsi An ha diffuso bugie su presunte lievitazioni di auto blu nel mio staff e sta organizzando una petizione contro il “presidente degli sprechi”».
Contrattacca, dunque, l’ex conduttore di «Mi manda RaiTre» alle accuse dell’opposizione e lo fa chiamando in causa, neanche troppo velatamente, An, mandante in qualche modo del tentativo di spionaggio. E la polemica è destinata a continuare nei prossimi giorni visto che Marrazzo ha sporto una denuncia contro ignoti ai Carabinieri. «Io non posso assolutamente accettare che qualcuno provi a incrinare la fiducia che si è stabilita tra me e coloro che mi hanno voluto a capo della Regione. E la destra ci prova con accuse false e, forse, montate con azioni simili allo spionaggio».
La replica del centrodestra non si è fatta attendere. «È ormai un presidente sull’orlo di una crisi di nervi - ha commentato il vicepresidente del Consiglio regionale di An Andrea Augello - smascherato da una legittima azione politica risponde accusando l’opposizione di spionaggio». L’ex assessore al Bilancio rincara la dose, poi, sulla «sprecopoli» di Marrazzo. «Mente, e lo abbiamo documentato - ha continuato Augello - quando dice che le retribuzioni applicate al suo staff sono quelle previste dalla Giunta Storace e tace sulle assunzioni del personale esterno delle segreterie della Giunta che è aumentato del 20 per cento. Per quanto riguarda le accuse di furto di carta intestata e di intrusione nel suo computer, siamo di fronte a un evidente cedimento psicologico che ha indotto il nostro presidente a una provvisoria perdita di lucidità: non solo è ridicolo accusare l’opposizione di cose del genere ma più in generale non vedo chi avrebbe interesse a spiare un presidente di Regione che non decide nulla e non dice nulla da due mesi a questa parte».
Un paragone letterario, invece, è quello scelto dal nuovo coordinatore di Forza Italia nel Lazio Beatrice Lorenzin per commentare la vicenda. «Sembrerebbe una trama da spy story firmata John Grisham, invece è solo un allarme ingiustificato utile solo a nascondere la poca incisività politica e amministrativa di questi primi mesi di governo della Regione. Agli occhi dei cittadini resta chiaro che questa Giunta ha solo saputo moltiplicare le commissioni e le consulenze».
E proprio su questo Marrazzo è intervenuto sabato sera alla festa dell’Unità per replicare alle accuse piovutegli addosso nei giorni scorsi. «Ho già risparmiato un milione e 200mila euro eliminando 4 direttori di dipartimento, non ho e non avrò alcun consulente e continuerò nei tagli partendo da me stesso». Nessun dubbio, invece, sulle commissioni passate dalle 14 della Giunta Storace alle 24 attuali: «Se produrranno con rapidità provvedimenti a favore dei cittadini non muoverò un dito altrimenti inviterò i consiglieri a regolarsi».
A trovare il presunto hacker penseranno i Carabinieri ma un effetto la sortita di Marrazzo l’ha già ottenuto: ricompattare una maggioranza che nei giorni scorsi pareva in fibrillazione. «Dal presidente nessuna accusa ad An - ha voluto precisare il consigliere Ds Enzo Foschi - ma soltanto la denuncia di un fatto. A tutti coloro che parlano di clima teso e “sull’orlo di una crisi di nervi” consiglio di venire alla Regione. Troveranno un presidente che lavora insieme alla sua Giunta e alla maggioranza in un clima sereno e collaborativo».

Insomma, un idillio.

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