«Harlem Globerotters»: quelli che portano l'Harlem (quartiere afroamericano di New York) in giro per il mondo. In effetti fanno attraversare ai continenti il loro «basket spettacolo» (un misto tra la pallacanestro ed esercizi semi-comici che rendono uniche le loro performance) dal secondo dopoguerra. I loro primi passi - da giganti - li mossero in una lega nata a causa del razzismo, la «Negro American Legion League». E dopo aver scalato le classifiche negli Stati Uniti, ed essere sbarcati anche in Europa, allo sport e allo show si è ricongiunta una grande motivazione sociale. Il prossimo tour in Italia degli Harlem è stato presentato in questi giorni, e proprio a Milano. Saranno in giro per l'Italia dal 18 al 25 aprile (con tappa a Milano il 24 al Mediolanum Forum): da Trieste a Firenze. L'acquisto dei biglietti aiuterà il «BaskIn», gioco organizzato dalla Fondazione Cannavò che vede competere atleti normodotati e disabili. Allo Urban Center di Milano, gli Harlem salutano la nostra città dopo otto anni. L'incontro è monitorato da Franz Pinotti, che dà la parola a Daniela Mainini (Presidente Centro Sudi Grande Milano), Dario Monetta (dirigente dell'Assessorato allo sport), Elio Trifari (direttore della Fondazione Candido Cannavò) e infine a Dino Meneghin, stella della pallacanestro italiana degli anni '70. Per Meneghin, «gli Harlem sono il cirque du soleil del basket. Portano allegria ovunque e a tutti, ma con uno spettacolo eclettico». Daniela Mainini, che diffonde la voce del Centro Sudi Grande Milano, spiega che «il nostro ringraziamento qui non è formale. Il basket rappresenta un supplemento di sguardo per la Milano lungimirante che vogliamo». E tra i campioni del basket-spettacolo, quest'anno c'è anche una giovane americana. È Mighty Mitchell. Un nome che significa proprio «colei che può»: un'autentica promessa che sgomita elegante tra i campioni di sesso maschile. Le minoranze e gli investimenti audaci sono sempre piaciuti agli Harlem. Tant'è vero che stanno diffondendo, negli Stati Uniti, una campagna contro il bullismo nelle scuole. «Ho avuto io stesso problemi col bullismo da bambino - ha detto infatti il Globerotter Flight Time Lang -, ma la questione oggi si è aggravata, perché questo fenomeno assume molte forme diverse. Internet, o solo la diffusione degli sms, hanno rafforzato la sua presenza».
È dal 1992 che gli Harlem cercano di fare canestro soprattutto nel cuore della gente. Di regalare sorrisi e coinvolgere il pubblico attraverso questo sport a metà tra il basket e il gioco di prestigio. Una «magia» che ha investito nella beneficienza 11 milioni di dollari e. E soprattutto molto coraggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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