nostro inviato a Sepang
Ci sono tre modi per debuttare: vincendo, perdendo o entrando nella storia. Heikki Kovalainen ha scelto il terzo. Poco importa che conti molto il «come». Quando Heikki ha riflettuto su questo, il danno era ormai fatto.
Comunque vada a finire a Sepang, il giovane finlandese della Renault porterà con sé un triste primato: in 58 anni di corse non si era mai assistito a un cazziatone in mondovisione di simile portata. Capace, nella sua essenza e semplicità, di smitizzare in pochi istanti il pilota cavaliere del rischio, relegandolo a semplice dipendente in prova; e capace anche di rivalutare nel paddock la figura ormai sbiadita di mamma e papà. Un successo, visto che in F1 impera invece il manager, in tutte le sue forme: personale, aziendale, familiare. Tutti, anche i grandi dellautomobilismo, hanno sbagliato gare e subìto le sfuriate dei propri capi, ma sempre protetti dal box. Ai Fangio, agli Stewart, Lauda, Piquet e Senna e Prost e Schumi non è mai accaduto di ricevere lavate di capo in pubblico. «Ha sbagliato tutto: le prove, la partenza, la gara, i pit stop. È stato un vero disastro. Non posso accettarlo» aveva, a ragione, tuonato Briatore con Kovalainen a pochi metri. «Sono deluso: Heikki vale quanto Hamilton. A un esordiente si può perdonare una sola gara così: voglio subito una reazione». Decriptato: deve darsi una mossa e ricordare che il posto non è fisso. Povero Heikki: prima lumiliazione per la bacchettata urbi et orbi, poi lenorme pressione per lesplicita richiesta di unimmediata reazione. Meno male che a sorreggerlo sono subito scesi in campo mamma e papà, altro che i manager. Lui, Seppo, taxista, e lei, Siska, commessa in una pasticceria, mentre Briatore stava ancora parlando, avevano già elaborato il piano per recuperare il morale del ragazzo. Con un filo di voce: «Va solo bene che in un simile momento noi siamo qui - ha detto babbo Seppo -; e gli staremo vicini anche nei prossimi giorni». «Faremo il possibile per aiutarlo. È la prima volta che lo seguiamo. Di certo non ci saremmo aspettati tutto questo... Sembra un incubo - ha sussurrato mamma Siska -, ma Heikki è forte, saprà uscirne e, anche se dice sempre che non ha bisogno di noi, stavolta siamo certi che lo conforta sapere che ci ha vicini».
Heikki si rifugia dalla mamma
Il finlandese della Renault, brutalizzato da Briatore in Australia, coccolato dai genitori
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