In una Mostra che scarseggia di miti, «Hugo in Africa» di Stefano Knuchel (fuori concorso) ha proposto un mitografo. Hugo è Pratt, nato nel 27 a Malamocco (Lido di Venezia); lAfrica è quella delle sue origini «di coloniale e non di colonialista» in Etiopia dal 36 al 43. Lo vediamo ragazzo col padre, entrambi nelluniforme della fascistissima Pai (Polizia dellAfrica italiana). Personalità sfaccettata e affascinante, Pratt trova almeno in Svizzera chi rammenti le origini della sua mitologia. Intanto, col suo secondo (!) film in concorso, Werner Herzog ha distrutto la buona idea che ci si era rifatta di lui col «Cattivo tenente». Infatti «Mi Son, My Son, What Have You Done» mescola tragedia greca e follia californiana, confluendo nel matricidio. Noia profonda, interpretata da Michael Shannon (matricida), Chloe Sevigny (fidanzata) e Wille Defoe (poliziotto).
Altra mina vagante, Patrice Chéreau ha proposto in concorso «Persécution», amore ossessivo del vagabondo (Jean-Hugues Anglade) per limbianchino (Romain Duris). Per chi non gayeggia, il film è notevole per capire ciò che riserva la vita a chi è fragile.Herzog Con un tragico bis annulla «Il cattivo tenente»
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