Sudafrica 2010

Honda e il Giappone svegliano il vecchio Camerun e il mondiale della noia

É il primo risultato a sorpresa di una rassegna che ha regalato poche novità, molti pronostici scontati e tante difficoltà, oltre ai problemi legati al pallone, ai portieri e alle vuvuzela su cui si sta registrando una comica guerra tra addetti ai lavori e il solito Blatter

Finalmente un sussulto. Finalmente una sorpresa. Ci stavamo appisolando a scorrere le prime sfide di questo mondiale un po' noioso e anche un po' scontato, ed ecco che il Giappone è intervenuto e ha dato una"svegliata" a tutti noi. Non solo, ma ha dato la paga anche ai leoni del Camerun che sono invecchiati senza accorgersene, non tanto nella carta d'identità, ma nel gioco e anche nel modo di presentarsi come i più accreditati del continente africano.
Un ragazzo neanche tanto dotato, Honda, nomen omen, è riuscito con un bel piattone a mettere sotto i leoni guidati dal mitico Samuel Eto'o e a consegnare al tabellone della rassegna il primo risultato a sorpresa. Giappone batte Cameron 1 a 0. Finalmente. Perchè fin qui, fino al pomeriggio di ieri, il mondiale 2010 ha regalato un bel po' di risultati scontati e tanta noia, provocata dal gioco oltre che dalla resa delle stelle. Solo Messi ci ha divertiti, solo Maradona, con quei gesti alla Mourinho ci ha stregati, solo il portiere della Nigeria, Enyeama ci ha conquistati, solo la Germania di Klose (polacco) e di un turco naturalizzato, Ozil, ha fatto la parte che tutti le assegnavano rifilando quattro staffilate sul corpaccione dell'Australia.
Il resto è stato di discutibile appeal, diciamolo subito. Le gaffes dei portieri, a metà colpa del pallone, a metà del loro ridotto talento, sono una caratteristica non proprio spettacolare. Sapevamo dall'inizio che Fabio Capello avrebbe sofferto per quel portiere, Green, neanche parente alla lontana del vecchio Shilton: e Franco Tandredi, allenatore dei portieri al seguito di Fabio, non può certo trasformare un gatto di marmo in un leopardo.
Ci hanno ripetuto, i colleghi di carta stampata e tv, che assistere alle partite con quel rumore assordante delle vuvuzela è un supplizio da evitare. La cosa curiosa e stravagante è che Blatter, invece di preoccuparsi di organizzazione, stadi e tutto il resto, continua a ingaggiare duelli rusticani con chiunque affacci l'ipotesi di mettere la sordina a quelle orribili trombette.


Ci aspettavamo di più, molto di più, aspettando l'Italia, il Brasile e la Spagna che devono ancora riscaldare il cuore del Sudafrica e anche della platea mondiale.

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