Medicina

I bambini tornano a sentire

I professori Burdo di Varese e Cuda di Piacenza ai primi posti in Italia per impianti cocleari sui piccoli pazienti

Gianni Mozzo

Ai tanti bambini che in tutto il mondo soffrono di disturbi dell’udito è dedicato l’ottavo congresso europeo «Pediatric cochlear implants», che si apre oggi a Venezia sotto la presidenza del professor Gregorio Babighian. Più di mille i partecipanti, sessanta i relatori. Ciascuno di essi porterà contributi innovativi al grande problema della sordità.
Tra i relatori italiani spicca il nome del professor Sandro Burdo, che dirige il servizio di audiologia dell’ospedale di circolo di Varese. È suo il record italiano degli impianti cocleari: ne ha già effettuato 600 (di cui 450 su bambini). Il primo risale al 1992: ha ridato l’udito a un bambino sordo già al momento della nascita.
A Varese arrivano, per essere operati dalla sua équipe, piccoli pazienti di tutte le regioni italiane. Il nostro Sud, infatti, è povero di Centri di audiologia, che invece sono numerosi in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. La percentuale di bambini che nascono sordi sfiora l’uno per mille. Bisogna diagnosticare subito questa patologia e intervenire il più presto possibile.
Un altro noto audiologo, anch’egli relatore congressuale, è il professor Domenico Cuda, dell’ospedale civile di Piacenza. Dal 1994 ad oggi ha ridato l’udito a 200 bambini ed a 150 adulti, con una tecnica chirurgica mini-invasiva. L’intervento dura un’ora, i risultati diventano tangibili già dopo pochi giorni. «Ho già fatto dieci impianti cocleari in bambini d’età inferiore a un anno. Sono convinto che in questa fascia possiamo raggiungere i risultati migliori».
Le équipe che praticano questi interventi sono composte da sette-otto tra medici e paramedici. È richiesta anche la partecipazione d’uno psicologo. In quest’area patologica, una pratica utilissima è quella dello screening, che serve a scoprire le sordità congenite. Purtroppo non viene fatto in tutte le regioni; ma è fondamentale per salvare dall’isolamento decine e decine di bambini.
Tutti gli audiologi, italiani e stranieri, si dimostrano entusiasti (il congresso veneziano ne darà conferma) dei progressi tecnologici che hanno contrassegnato negli ultimi anni le terapie chirurgiche contro la sordità. Esprimono una sola riserva: la buona riuscita dei nuovi impianti è legata alla qualità delle strutture e all’esperienza degli specialisti.
Per Cochlear, multinazionale australiana leader negli impianti elettromedicali contro la sordità profonda, il 2005 ha fatto registrare un forte aumento (34 per cento) del fatturato, dovuto a impianti tecnologicamente avanzati come Nucleus Freedom e Baha. Anche l’Italia ha contribuito a questi risultati. Secondo Alberto Golinelli, amministratore delegato di Cochlear Italia «in futuro avremo risultati migliori di quelli attuali».

Migliaia di sordi, dunque, ritroveranno la gioia di vivere.

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