Iolanda Barera
«Il seme di unantica acacia conservato in un libro? È davvero un caso raro». Non nasconde la propria sorpresa Natale Bazzanti, responsabile del progetto di valorizzazione dellagroalimentare di Arsia, agenzia per lagricoltura della Regione Toscana. «Si devono essere create condizioni microclimatiche davvero particolari - spiega - perché i semi di solito ogni anno perdono parte della propria germinabilità. Una volta per conservare i semi semplicemente venivano ripiantati». Ne sa qualcosa lArsia che ha dovuto lanciarsi in una missione di salvataggio di centinaia di varietà a rischio estinzione. E non certo conservandole in un libro. Il progetto di banca del seme si basa sulla conservazione in celle frigorigere. «Nelle nostre abbiamo 800 semi di vecchie varietà, principalmente ortive, che studiamo e facciamo riprodurre in tutta la regione», spiega Bazzanti.
Unopera che porta a scoperte sorprendenti. Come il cocomero di Fontarronco: un frutto di 20-30 chili dal sapore incredibile, coltivato nellaretino. Non si trovava più, prima che i ricercatori dellArsia non prendessero a cuore la faccenda. «Abbiamo trovato alcune sementi abbandonate in una piccola azienda: ce ne erano che potevano ancora germinare», racconta Bazzanti. Risultato: la coltivazione è ripartita.
«Tutte le vecchie varietà locali patrimonio dei contadini di tutto il mondo - avverte lesperto - rischiano di perdersi proprio perché non vengono utilizzate». Le piante sparite qualche decina di anni fa sono diverse migliaia e altrettante rischiano di fare la stessa fine.
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