Lorenzo Scandroglio
Precisiamo subito una cosa: ieri il pericolo di valanghe nella zona del Mondolè era a livello 2 che, in linguaggio comune, significa «moderato». Il massimo è il livello 5. Inoltre la massa di neve era poca, i due fronti erano affiancati sul medesimo pendio e sono scivolati per un tratto inferiore ai 100 metri. Il fatto apparentemente strano è che il versante era decisamente poco ripido (attorno ai 20 gradi, mentre la verticale è 90) e circa due ore prima spirava un forte vento che stava gradualmente accumulando la neve. Ecco: la chiave di tutto sta nella cosiddetta «neve ventata» che si deposita in quantitativi critici e poco coesi così da diventare potenzialmente molto pericolosa.
Nel caso della valanga del Mondolè si può parlare di un fenomeno molto frequente sulle Alpi che, nello specifico però, è stato innescato dal passaggio di due estranei poco a monte (giacché il pendio era alto non più di 200 metri dal pianoro sottostante) del percorso di gara. Insomma, un episodio di gravità più mediatica che reale: ovviamente sono state effettuate ricerche minuziose perché, in virtù del fatto che era in corso di svolgimento il mondiale, oltre agli atleti, c'erano molti spettatori. Ma è sembrato abbastanza evidente a tutti fin da subito che non doveva essere successa una tragedia. Più d'uno, avendo visto la massa nevosa slittare lentamente come un tappeto e formare dei grumi, si diceva certo che nessuno era rimasto sotto. Insomma: il vero peccato è che un mondiale di scialpinismo con 34 nazioni partecipanti e centinaia di atleti, con il pubblico che si assiepa sul percorso innevato e inneggia ai propri beniamini con striscioni, bandiere, trombe e campanacci che ricordano quelli dello sci alpino, sia assurto agli onori della cronaca non in quanto evento sportivo.
Non dimentichiamolo: l'Italia ha portato a casa diverse medaglie, anche d'oro, nelle giornate precedenti, e ieri, alle calcagna del francese Blanc (che sembra un uomo bionico) c'erano 3 italiani, a salire con le pelli di foca e a scapicollarsi in discesa sul massiccio del Mondolè, nelle Alpi Marittime.
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