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I cappottini ingenui della borghesia Prada Blugirl veste inglese, Fay fa la doppia vita

«Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto» recitava una frase celebre alla fine degli anni Novanta. Miuccia Prada con la sua superba collezione presentata ieri sera ha portato in gloria le prime facendo leva sull'irresistibile perversione di una borghese di eleganza assoluta. Una moderna coda di cavallo, assenza di trucco, calzine corte: la signora più intellettuale dello stile italiano si è divertita a prendere a martellate gli stilemi del sex appeal - il pitone, le paillette, le pellicce - per ricavarne un succo fresco e apparentemente innocente. «Lavoro per una donna che non vuole sedurre ma che si veste per fare ciò che vuole», dichiarava la stilista prima di mandare in scena cappottini e abitini dall'aria ingenua, molto smilzi ma con dettagli ingigantiti, pellicce di peluche, pezzi divertenti e allo stesso tempo chic con segni grafici tracciati da mani ingenue.
«Il lungo? Fa subito vecchio», commentava Prada motivando così la scelta di tagliare tutto al ginocchio e di dotare le fanciulle di stivali e stivaletti. «Siate più fresche, più leggere e più innocenti» sussurrava Miuccia alle signore consapevole che il gioco duro della seduzione può sconfinare spesso in lidi poco raffinati. La nuova educazione vestimentaria non si priva però di eccentricità e di una sottile perversione molto molto borghese.
Educazione che per le ragazze Blugirl parte dal più solido british style. «Mi ha ispirato un viaggio fatto in Inghilterra» spiegava Anna Molinari mostrando una perfetta sintesi di giochi cromatici intensi e nuovi, di stampe country e di accessori eccentrici e facendo sfilate signorine bon ton mai senza il cappellino alla garçon, perfetti capispalla sartoriali, borsetta con foulard annodato, calze maschili nelle decolleté di lucertola. La borghese di Albino d'Amato, stilista che disegna con mano felice la propria linea Albino, guarda il mondo dalla finestra su Central Park, ha il pallino per l'arte, è un po' frivola e un po' urbana e come tale sa bene illuminare il tweed, gli spigati, i pied de poule e le grisaglie con il lurex. Persino la pelliccia fatta di ritagli e intarsiata ad arte imita spesso i disegni dei tessuti da uomo. Tra i tanti pezzi di bravura ci piace citare il tubino di tweed grigio con la schiena scoperta sormontato da una micro cappa di gazaar carta da zucchero. Da Haute gli stilisti Catherine Brickhill e Marcus Constable si spingono nella sperimentazione e nella rivisitazione degli anni Trenta con esiti non sempre perfettamente decodificabili. A noi sono apparse bellissime le giacche in una magnifica variazione di righe a piccoli e grandi rapporti con giochi grafici in bianco e nero e il cappotto grigio con grande collo a bandoliera. Pezzi iconici che possono cambiare il volto a una stagione. Mayfair di Fay, per esempio, è un trench o un cappotto dalla doppia vita: di gabardine tecnica leggermente imbottita o di flanella, ha maniche, collo e davantino chiuso da zip in maglia. Un capo versatile da portare in città, a teatro o durante un fine settimana.

Perciò sufficientemente borghese da soddisfare la regola principe dell'eleganza contemporanea: non essere mai fuori contesto.

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