I casi di Fano e Napoli Baby stupratori incapaci di avere sensi di colpa

Dalla Campania alle Marche nuovi casi di abusi commessi da ragazzi sempre più giovani. Per loro il sesso estorto è un videogame

I casi di Fano e Napoli 
Baby stupratori incapaci 
di avere sensi di colpa

Per quattro mesi due ragazzine di 12 e 14 anni sono state costrette a subire vio­lenze sessuali da un sedicenne e da un diciassettenne. Il caso è esploso ieri a Vil­­laricca, in provincia di Napoli, e sarebbe una consolazione fin troppo facile con­cludere che i due ragazzi provengono da famiglie affiliate alla camorra, quindi da un ambiente già degradato e uso alla pre­varicazione. Simili episodi, violenze di minori su altri minori, sono sempre più frequenti, e non hanno confini né socia­li né geografici.

Agghiacciante, la conferma era giunta solo un giorno prima. A Fano, durante la Notte Bianca che ha richiamato migliaia di persone sul lido della cittadina marchigiana, tre sedicenni incensurati, di buone famiglie e buoni studi, hanno violentato a turno una quindicenne conosciuta per caso in quella festa che - per colmo di beffa - si chiamava «The social night».

Le uniche differenze rilevanti fra i due episodi è che la ragazza marchigiana ha denunciato i suoi persecutori, mentre quelli napoletani l'avrebbero fatta franca, senza le indagini dei carabinieri; e poi, se a Fano può essersi verificata l'esplosione di follia in una notte «bianca», a Villaricca la persecuzione è durata mesi, e probabilmente si sarebbe ripetuta su altre vittime.

Al di là dei singoli casi, angoscia notare come l'età dei protagonisti di simili episodi si abbassi paurosamente. È ovvio e naturale che nell'adolescenza gli appetiti sessuali si scatenino, specialmente fra i maschi, e non c'è nessuno che non ne abbia il ricordo (fra il piacevole e il tormentoso), a qualsiasi generazione appartenga. Di certo però a nessuna generazione di adolescenti, pre o post sessantottina ( ovvero sesso raro e faticoso, oppure sesso facile) è capitato di fare un così frequente uso della violenza, come scorciatoia alla soddisfazione di voglie altrimenti legittime.

Fino a un decennio fa, quando capitava qualcosa del genere, era abituale accusare lo «scandalo» dato da certi film, dalla disponibilità della porno-grafia, persino dalla televisione. Insomma, la visione del sesso scatenava appetiti e voglie: ma soprattutto fra gli adulti, che avevano accesso più facile a quei film, alla pornografia, a quella televisione.

Che la violenza sessuale, ora, cominci a dilagare fra i minorenni, deve avere altri motivi. E non si tratta soltanto di quella sessuale: la pratica del nonnismo è passata dalle caserme e dalle università ai licei, alle scuole medie e persino alle elementari. Ogni giorno la cronaca ne riporta casi più o meno gravi. Ebbene, se fate un giro in internet, capirete cosa abbia provocato questa esplosione di violenza spesso gratuita, sempre più spesso sessuale.

Duole, a un navigatore come me, entusiasta del computer e delle sue infinite possibilità, puntare l'indice contro l'amato strumento. Ma si tratta, appunto, di uno strumento: tutto dipende da chi e come lo usa. Molti ragazzi lo usano per trovarvi videogiochi dove la violenza impera, dove chi vince spesso non è il più abile bensì il più forte: dove il senso della realtà viene perduto. Come viene perduto nelle chat e in Facebook: lì, quasi sempre, ci si mostra per ciò che non si è, e tutto è possibile, facile, impunito.

Per non dire, infine, delle infinite possibilità di internet all' esplorazione, conoscenza e approfondimento di qualsiasi pratica sessuale, dalla più innocua alla più perversa: tutte senza l'ombra di un castigo, di una conseguenza, di un danno personale e sociale; malattie, arresti, dolori non esistono, non fanno parte del gioco. Lo si capisce quando questi ragazzi vedono comparire alla porta di casa la polizia o i carabinieri, e si vedono improvvisamente di fronte la giustizia, il magistrato, il riformatorio. Si stupiscono. Storditamente, si stupiscono. «Che abbiamo fatto di male?».

Ecco, il problema è questo. Famiglie e scuola devono rafforzare l'educazione.

Non tanto quella sessuale, quanto quella della coscienza del ma-le, che navigando navigando, si perde e si disperde. Inutile pensare di tenere sotto controllo l'uso di internet: qualsiasi ragazzo domina il mezzo meglio di quasi tutti i genitori.

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