I «cattivi maestri» in scena all’Angelo Mai

Omar Sherif H. Rida

Avrebbero dovuto già trasferirsi nella nuova sede assegnata loro dal Comune, gli occupanti dell’Angelo Mai, l’ex convitto in via degli Zingari al Rione Monti. «Tutti fuori entro luglio» - era stato l’invito del Campidoglio - cioè per l’inizio dei lavori di ristrutturazione dei locali che dovranno (e avrebbero dovuto da anni) ospitare il Viscontino, la scuola media di via IV Novembre. Ma poi, a causa della momentanea indisponibilità della nuova casa assegnatagli dalla giunta (l’ex bocciofila all’interno del parco San Sebastiano,) gli okkupanti hanno «preferito» rimanere e convivere con il cantiere allestito dagli operai della ditta «Conforti». «Anche perché - spiega Gian Maria Tosatti - lì sarà difficile entrare prima della prossima primavera».
E allora tutto come se nulla fosse accaduto, e via alla nuova stagione di attività culturali dell’Angelo Mai: film, tavole rotonde, concerti, mostre e spettacoli teatrali. Tra questi ultimi, uno in particolare, in programma per mercoledì 20 settembre, suscita curiosità: «La storia di un uomo che, davanti ai fascismi sempre risorgenti, si piega per non spezzarsi. Dall’indignazione, dalla resistenza e dal rifiuto nascono le passioni più gioiose», si legge nel prologo de «L’uomo spezzato», la pièce in questione. L’autore del prologo e della commedia? Quel Toni Negri docente universitario, giornalista, scrittore e autore di famosi saggi come «Impero» (scritto con Michael Hardt e uscito negli Usa nel 2003): la nuova entità sovranazionale che solo una massa di persone alienate e povere, trasversale a tutte le nazionalità, (le «moltitudini» che hanno sostituito la classe operaia) potrebbe abbattere. «Abbattere l’impero», «resistenza», «rifiuto», temi familiari per i ragazzi dell’ex convitto. Ma Negri è anche l’ex ideologo di «Potere Operaio» (gruppo della sinistra extraparlamentare fondato nel 1967), uno dei cosiddetti «cattivi maestri» durante gli anni di piombo.
«Diffidiamo il sindaco Veltroni - questo il duro monito del capogruppo consiliare di An, Marco Marsilio - di consentire che in un edificio pubblico, per di più occupato abusivamente, possa accadere una cosa del genere. Gli occupanti, che intendono restare lì a oltranza finché non saranno ultimati i lavori presso la struttura promessa loro dall’amministrazione, devono essere sgomberati subito e senza condizioni». Pugno di ferro ma non solo: «Si ritiri immediatamente - continua Marsilio - la disponibilità a concedere loro l’area vicino alle Terme di Caracalla, che è giusto resti all’associazione bocciofila capitolina».
Infine l’ultimo appunto dell’esponente di An: «Sempre in tema di assegnazioni, ci auguriamo che non abbiano alcun seguito e fondamento le indiscrezioni secondo cui il Campidoglio vorrebbe destinare l’Angelo Mai all’Agenzia regionale per il turismo. La destinazione d’uso dell’edificio deve essere la scuola, e ogni altra ipotesi sarebbe fuori luogo». Anche se ieri l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Raffaele Ranucci, avrebbe smentito di aver avuto indicazioni in tal senso da Veltroni, ammettendo che tuttavia «l’Angelo Mai avrebbe tutte le caratteristiche per ospitarla».
Sempre in merito alla commedia di Negri, anche per il capogruppo di An in I Municipio, Federico Mollicone, «è la conferma che il centro sociale allestito nell’Angelo Mai, più che un laboratorio culturale somiglia sempre di più a un laboratorio di violenza, particolarmente pericoloso in un momento in cui c’è chi vorrebbe riaccendere gli opposti estremismi».

E qui il riferimento sembra essere per le manifestazioni di intolleranza, con tanto di «liste nere», durante il corteo del centro sociale Acrobax, che ha seguito, venerdì scorso, i funerali di Renato Biagetti, il giovane ingegnere ucciso a Focene.

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