Cronache

I cavi mandano il Festival in corto circuito

I cavi mandano il Festival in corto circuito

Se Gianni Morandi e i vertici della Rai avessero assistito, martedì scorso, al consiglio comunale di Sanremo non avrebbero creduto ai loro occhi. Per un disguido, che potrebbe essere meglio definito un pasticcio, l'assise non ha approvato l'immediata eseguibilità di una pratica, banale ma necessaria per il Festival, relativa all'affitto di un tratto di strada dove far passare i cavi della Rai. Si tratta della convenzione tra il Comune e la Fondazione Almerini che cede una propria area per il passaggio degli allacci, nel periodo festivaliero, dai mezzi tecnici fino all'interno del teatro. Il documento, pur essendo approvato nei suoi contenuti, diventerà così esecutivo solo tra una quindicina di giorni, troppi essendo il Festival ormai alle porte. «La vecchia convenzione è scaduta e quindi siamo chiamati ad approvare un nuovo accordo a durata triennale - ha detto il vicesindaco Claudia Lolli illustrando la pratica -. Dalla Fondazione Almerini abbiamo ottenuto uno sconto del 32% sulle somme erogate in passato. In questo triennio pagheremo 6500 euro, invece che i 7200 e gli 8600 previsti nel precedente accordo». L'opposizione, sempre pronta a mettere in discussione tutto, non era neanche intervenuta ritenendolo un ordine del giorno tecnico. A scombinare i piani, probabilmente in maniera inconsapevole, è stato il consigliere del Pdl Elio Bossi. «Perché questa cifra non se la accolla il proprietario dell'Ariston, visto che noi già paghiamo un canone per l'affitto del teatro? - ha domandato - Se io affitto un appartamento, lo metto a disposizione con luci, allacci e tutto quello che serve. Che lo paghi il Comune è bizzarro». Una provocazione che sembrava comunque conclusa con la replica da parte del vicesindaco Lolli: «È una cosa che non è stata mai fatta - ha risposto - ne parleremo magari nella prossima convenzione. Intanto ricordiamoci che l'Ariston ha già fatto uno sforzo abbassando il canone». Nella votazione finale la pratica ha ricevuto 14 voti favorevoli ed 8 astensioni, tra cui quelle dei consiglieri del Pdl Elio Bossi e Enrico Trucco che ha sposato la tesi del collega. Fino a qui nessun problema, perché il documento è stato comunque approvato.
Il pasticcio è sorto subito dopo, quando l'assise è stata chiamata a pronunciarsi sull'immediata eseguibilità. E questa votazione ha replicato la precedente. Ecco il problema. Per l'immediata eseguibilità serve una maggioranza assoluta di 16 voti. Venuti a conoscenza di questo aspetto, sfuggito a quasi tutti, in consiglio si è scatenata la confusione più generale, con l'opposizione che è uscita dall'aula ridendo e dicendo «Quest'anno il Festival non si può fare», l'imbarazzo dei consiglieri di maggioranza che inconsapevolmente hanno causato il pasticcio, ed il nervosismo del presidente del consiglio comunale Marco Lupi che ha sospeso la seduta. Ne è seguita un'agitata riunione di maggioranza a porte chiuse dove, nel frattempo, è giunto anche il sindaco Maurizio Zoccarato. Le strade percorribili sono due: o posticipare il pagamento d'affitto, oppure riportare in fretta il documento in consiglio comunale per riproporne la votazione.

Alla fine tutto si risolverà con il buon senso comune, quello che però rimarrà sarà il pasticcio combinato in aula.

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