Le agenzie di rating appaiono sempre più in guerra contro l’ Eurozona: all’indomani della minaccia di Standard & Poor’s di appendere il cartello «fallimento» sulla Grecia, ieri è stata la cugina Moody’s ad attaccare il Portogallo portando a «spazzatura» la pagella sul debito sovrano a lungo termine lusitano. L’agenzia statunitense non si è fatta scappare neppure la Grecia rinnovando l’allarme di S&P sul paese ellenico. Sul Portogallo ha effettuato un taglio netto di quattro livelli (il rating è passato da «Baa1» a «Ba2»), senza contare che l’agenzia internazionale mantiene un «outlook» negativo ossia non esclude ulteriori tagli: secondo Moody’s il rischio principale è che Lisbona abbia bisogno di una seconda serie di aiuti prima di poter tornare a finanziarsi da sola sui mercati e che subentri la pre-condizione della partecipazione dei privati.
Crescenti anche le «preoccupazioni» che il Portogallo «non riesca a centrare gli obiettivi di riduzione del deficit e di stabilizzazione del debito» richiesti dall’Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale a causa della difficoltà di contemperare i previsti tagli alla spesa pubblica e l’aumento del gettito fiscale. Sebbene il duro giudizio di Moody’s non significhi che l’Europa stia per affrontare un altro crac paragonabile a quello della Grecia, la sferzata dell’agenzia Usa non potrà che aumentare il nervosismo dei mercati internazinali, appena rassicurati durante l’ultimo fine settimana dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker che non ci sarà un rischio sistemico per «Spagna, Italia e Belgio». Ieri il primo assaggio con l’euro che, dopo il taglio di Moody’s è sceso poco sopra quota 1,44 dollari e ha perso terreno anche rispetto al franco svizzero fino al minimo di 1,2115. Così come è un brutto colpo per l’economia del Portogallo, dove il governo ha nel frattempo, come previsto dagli accordi internazionali,rinunciato ai diritti speciali (la cosiddetta «golden share») finora esercitati in Galp Energia, Energias de Portugal (Edp) e Portugal Telecom (Pt) per eventuali operazioni strategiche. Poco prima della stangata di Moody’s, la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva spronato i governi europei, la Bce e il Fmi a non fare «troppo affidamento sulle valutazioni delle agenzie di rating ».
Vedremo quale sarà oggi la reazione dell’Europa, impegnata a Parigi in una nuovo vertice con banche e assicurazioni per fare un passo avanti nella prevista partecipazioni volontaria dei privati nella ristrutturazione del debito sovrano greco: si profilerebbe un ammorbidimento nei termini di rinnovo dei bond ellenici. Arrivano però messaggi rassicuranti da Grecia, Germania e Francia.
Il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos ha affermato che l’euro è una scelta irreversibile per Atene e il neo ministro delle finanze francese, Francois Baroin ha ribadito che l’Ue farà «tutto il necessario» per evitare l’insolvenza di Atene mentre l’omologo tedesco, Wolfgang Schaeuble ha difeso la correttezza degli aiuti davanti alla Corte costituzionale tedesca, a fronte di trattati europei che teoricamente vieterebbero i salvataggi di paesi dell’area valutaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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