I dieci comandamenti del Bernabeu: così il Real terrorizza gli avversari

Cartelli con il risultato già scritto negli spogliatoi, accorciare i tempi dell'intervallo, mettere il portiere nemico con le spalle al muro. Le merengues hanno un codice non scritto per le partite casalinghe. Perchè «90 minuti al Bernabeu possono durare un secolo»

I dieci comandamenti del Bernabeu: così il Real terrorizza gli avversari

Serve per creare l'atmosfera, per far capire chi comanda. É il decalogo del Real Madrid, i dieci comandamenti del Santiago Bernabeu. Che il Milan dovrà sconfiggere prima della squadra. O cominciare a pregare.
1 La mentalizzazione
L'ha inventata Antonio Camacho, vecchio guerriero madridista. Per tutta la settimana che precedeva la partita attaccava cartelli nello spogliatoio con il risultato ideale da conquistare. Solo a alla vigilia di un Real-Juventus sui muri della Ciudad sportiva comparve una scritta «medio a cero», mezzo gol a zero. Come dire: occhio alla Signora
2 L'aggressività
Sin dal tunnel che conduce le squadre in campo, fianco a fianco, lanciare grida e insulti per spaventare l'avversario. Lo specialista era Juanito: i rivali uscivano dal tunnel con i capelli dritti.
3 Il calcio d'avvio
Scegliere di batterlo, se possibile, e di attaccare verso nord in maniera da conservare per il secondo tempo il calore degli Ultra Sur, i tifosi hooligans dietro le spalle del portiere avversario. Come avere un leone dietro la schiena.
4 Il primo tiro
Farlo subito, anche se sballato, perchè il rumore del pallone che sbatte contro i tabellone pubblicitari e le urla del pubblico che lo accompagnano devono creare la giusta atmosfera, l'atmosfera di un assedio.
5 Il primo fallo
Commetterne uno subito, aggressivo ma non cattivo, come forma di intimidazione. Per paralizzare l'azione del miglior giocatore degli avversari. La partita sarà dura: meglio che lo capisca subito.
6 La protesta
Spingere l'arbitro verso la soggezione psicologica lamentandosi appena possibile con l'accompagnamento sonoro del pubblico. Non importa se si ha ragione o no.
7 L'intervallo
Ridurlo il più possibile senza rispettare i quindici minuti regolamentari. Far capire all'avversario che non si vede l'ora di ricominciare. Alfredo Di Stefano dopo qualche minuto bussava già allo spogliatoio dell'arbitro per mettergli fretta e riprendere il gioco.
8 La ripresa
Ripartire sparati approfittando magari di un po' di rilassatezza avversaria. Come se l'intervallo non ci fosse mai stato.
9 La fede
Mai perderla anche se stai perdendo. Non ti devi mai scordare di essere il Real Madrid.

Juanito diceva: «Novanta minuti al Bernabeu possono durare un secolo...».
10 L'arrivederci
Finita la partita dare un coraggioso appuntamento ai rivali per la partita di ritorno e mai mostrarsi demoralizzati anche se il risultato è stato negativo. La debolezza non è Real.

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