MilanoPerché vi possa essere prostituzione, dicono i legali di Emilio Fede, servono le prostitute. E, dicono, nellinchiesta sulle notti di Arcore di prostitute non ce ne sono. Prostituta, per la nostra legge, è chi va a letto con chiunque glielo chieda, e contrattando prima la contropartita. Di tutto questo, secondo la tesi dei difensori del direttore del Tg4, nelle carte dellinchiesta non cè traccia. Né per quanto concerne Ruby Rubacuori, unica minorenne (allepoca dei fatti) né per le altre giovani donne marchiate come «squillo» dalla Procura milanese.
Ieri per Fede è un giorno importante. Davanti al giudice preliminare Maria Grazia Domanico prendono la parola i sui difensori, Nadia Alecci e Gaetano Pecorella, cui tocca convincere il giudice a respingere la richiesta di rinvio dellanziano giornalista, nonché della consigliera regionale Nicole Minetti e dellagente di spettacolo Dario «Lele» Mora, tutti accusati di induzione alla prostituzione. La Alecci e Pecorella devono dimostrare che non ci sono prove sufficienti non solo a condannare Fede ma nemmeno per processarlo. E non è un compito facile, perché - sulla base di prove pressoché identiche - un altro giudice ha rinviato a giudizio Silvio Berlusconi. Insomma, strada in salita.
I due legali però ci provano in ogni modo. A partire dalle questioni procedurali: come lincompetenza del tribunale di Milano a celebrare un processo per un reato iniziato (secondo la stessa Procura) in Sicilia, al concorso di bellezza dove Fede avrebbe reclutato «Ruby». Ma la battaglia vera i due legali la giocano sulla attendibilità delle dichiarazioni di Ruby, quando dice di essere stata portata ad Arcore per la prima volta proprio da Fede. Secondo lavvocato Alecci, la versione dei fatti fornita dalla ragazza contrasta con quanto emerge dal confronto dei tabulati telefonici di quella sera. E la Alecci sembra in qualche modo dubitare della genuinità degli interrogatori: «Come mai - chiede - il primo incontro della ragazza con il pm viene registrato e invece in quelli successivi, quando viene fatto il nome di Berlusconi, il registratore non cè?».
La Alecci e Pecorella chiedono di respingere la richiesta di rinvio a giudizio e prosciogliere Fede. Stessa richiesta da parte di Luca Giuliante, lavvocato di Lele Mora. Domani, la parola ai legali della Minetti.
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