Omar Sherif H. Rida
E alla fine è scoccata anche l’ora della «guerra del pane». Ieri mattina davanti Montecitorio, oltre al sit-in dell’Italia dei Valori contro l’indulto, è andata in onda la protesta dei panificatori contro il decreto Bersani e la liberalizzazione del settore. Una mobilitazione annunciata giovedì scorso al termine dell’assemblea generale dell’Unione Panificatori di Roma e provincia (aderente alla Confcommercio di Roma): pane gratis per tutti quindi al termine del corteo che ha portato i partecipanti da piazza Venezia a piazza Colonna. Una lunga tavola imbandita con tante diverse qualità offerte a passanti e «vicini» di manifestazione (tra cui anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, cui non sono state risparmiate critiche per l’appoggio al decreto), cartelli con scritte: «Il nostro pane puoi mangiarlo sicuro, quello di Bersani manco ai cani».
«La liberalizzazione non tutela il consumatore - ha spiegato il presidente dell’Unione dei panificatori di Roma e Provincia, Claudio Conti -, che si troverà a mangiare pane scongelato distribuito dalle grandi aziende. Quello di cui abbiamo bisogno è marchiare il nostro prodotto artigianale con un bollino blu che servirà a garantire qualità e sicurezza del prodotto». Alla manifestazione sono poi intervenuti numerosi esponenti di An. Il deputato Maurizio Gasparri ha ribadito «l’intenzione di indire un referendum abrogativo del decreto Bersani in accordo con i settori colpiti. Non c’è motivo di attaccare delle classi professionali che fino ad ora non hanno mai dato problemi. È chiaro che il governo sta dando un’offerta facile di lavoro agli extracomunitari». «Sono qui in qualità di ex ministro delle Politiche agricole - ha commentato il commissario della Federazione romana, Gianni Alemanno -. Ho sempre lavorato per la sicurezza dei consumatori ma questo decreto abbassa la professionalità e il controllo». «Li porterò a Bersani», annuncia invece Ignazio La Russa prendendo dei panini dalla tavola.
Dal capogruppo consiliare Marco Marsilio e il consigliere comunale Fabrizio Ghera è poi arrivato l’invito al Comune, cui spetterà la parte attuativa del provvedimento, ad attivare «immediatamente un tavolo di confronto per attuare quella concertazione che è mancata a livello nazionale». Propositi battaglieri anche dal responsabile del dipartimento Piccole e Medie Imprese, Antonio Mazzocchi: «Di fronte a chi fa decadere, ponendo la questione di fiducia, tutte le proposte delle categorie e dell’opposizione, siamo pronti a creare la più grande mobilitazione che il mondo del commercio abbia mai visto. Se necessario, trasformeremo i 6 milioni di negozi italiani in punti di raccolta firme per un referendum sull’abrograzione del decreto».
Una protesta, quella dei panificatori, non condivisa all’unanimità tuttavia, come dimostra la dissociazione di sigle quali Federlazio, Cna, Confesercenti e Confartigianato di Roma, che in una nota hanno definito «ingiustificata e strumentale» una manifestazione che segue «l’accoglimento da parte del Senato delle proposte migliorative avanzate dalle nostre associazioni nazionali e in particolare dalla Federazione Italiana Panificatori».
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