I furbetti dell’oroscopo hanno rotto

Milioni di veggenti che non leggono un tubo ma si avventano sulla tua mano, sulla tazza di caffè, sui tuoi occhi e cercano di leggere come sarà questo 2010. Fingono di conoscere il dettaglio ma sono grossisti dell'astrologia

I furbetti dell’oroscopo hanno rotto

Giuro che al prossimo che mi fa l’oroscopo gli faccio l’endoscopia, con strumenti improvvisati. Non se ne può più di queste milioni di veggenti che non veggono un tubo ma si avventano sulla tua mano, sulla tua tazza di caffè, sui tuoi occhi e cercano di leggerti come sarà questo ventidieci. Ma fatevi i cazzacci vostri. Oppure ti chiedono di che segno sei, se non lo sanno già, e cominciano a fare una previsione trionfale, invasiva e personalizzata, valevole per l’otto per cento e rotti dell’umanità, almeno se la dividiamo per i dodici segni zodiacali. Io a questi oroscopi finto personali, in realtà fondati sullo stoccaggio zodiacale, do lo stesso affidamento del sorteggio. Fingono di conoscere il dettaglio ma sono grossisti dell'astrologia. E cominciano a pontificare: voi leoni, voi tori e voi scorpioni... Ma voi pappagalli che sapete? Li denuncerei per razzismo, perché credono alla razza degli acquari a cui io appartengo e discriminano sulla base delle etnie zodiacali. Questo non è un paese normale, ma paranormale. Diffida delle leggi ma non degli oroscopi.

Esasperato da quest'ossessione degli oroscopi, dalle tv ai giornali, dai salotti alle tavole, ho deciso di passare all’offensiva. In un primo tempo ho pensato di portarmi con me l’articolo 231 del testo unico delle leggi di Pubblica sicurezza e recitare ai primi tentativi di veggenza: «Sotto la denominazione di mestiere di ciarlatano si comprende ogni attività diretta a speculare sull’altrui credulità o a sfruttare o alimentare l’altrui pregiudizio, come gli indovini, gli interpreti dei sogni, i cartomanti, coloro che esercitano giochi di sortilegio, incantesimi, esorcismi o millantano o affettano in pubblico grande arte... ecc. ». Ma poi, per non essere pedante, ho cambiato strategia. Così, anziché farmi sodomizzare dalle veggenti e subire passivamente operazioni zodiacali alle mie spalle, ho deciso a capodanno di bruciare sul tempo le maghette e di spacciarmi io per un grande conoscitore di astri, influssi e ascendenti. Forte della mia carnagione tropicale, mi sono spacciato per Fidel Astro, mago affidabile, come dice il nome, e competente, come indica il cognome.

Un vero líder maximo dell’astrologia. Ho predetto l’anno che verrà ai meravigliati astanti e alle affascinate, azzodiacate ascoltatrici a cui ho offerto oroscopate indimenticabili. Gli ingredienti per un oroscopo di successo sono facili: partite dall'autostima sconfinata delle persone, considerateli eccezionali, e predite un anno intenso, ricco di eventi e novità, speciale. Poi alludete a qualche inevitabile travaglio, qualche trauma infantile e qualche aspettativa covata dentro di loro. Andate sul sicuro. Dite poi che qualcuno gli vuole male perché tutti sono convinti che c’è qualcuno che gliela tira e se una cosa non gli riesce è perché qualcuno gufa. Persino i più sfigati si sentono vittime dell’invidia. Ma aggiungete che lui è protetto in alto, alludendo ai suoi cari scomparsi, così si commuoverà pensando a nonna o a papà che sorveglia dall'alto dei cieli. Alludete poi a tensioni sul lavoro, a incomprensioni in famiglia e a un superiore che ce l’ha con lui. Coglierete comunque nel segno. E poi dite che deve avere più fiducia nelle sue doti, deve esplicitare i suoi sentimenti, e non farsi mai scavalcare nelle file dai soliti furbi perché questo è un popolo di furbi ma vittimisti, dal capricorno al sagittario, passando per gli altri dieci segni. Poi sfiziate sull’amore e promettete soldi con l’anno nuovo, tanto voi non ci rimettete niente. E vaticinate una grande svolta verso luglio: crea momentanea attesa ma poi se la scordano.

Miscelate in modo diverso questi ingredienti con varianti più lessicali che sostanziali adattando l'oroscopo alla faccia e alla mente del fesso; vi prenderanno per mago. I più fessi chiederanno dopo la predizione anche la raccomandazione astrologica; vediamo cosa posso fare. Intanto, per ingraziarsi gli astri, lasciate in questa improvvisata urna che i profani chiamano tasca, trecento euro per sacrificare un montone, compiendo riti propiziatori.
Morale della favola? Giocate con gli oroscopi, scherzate pure, non fanno male a nessuno se restano un modo frivolo per passare una mezza serata. Se vi fa bene, se vi dà sicurezza, sentirvi appartenenti a un partito zodiacale, fate pure, ma non imponete agli altri le vostre debolezze. Però poi non avete il diritto di considerare arretrati, rozzi e superstiziosi quelli che vanno da Padre Pio a chiedere i miracoli. E non avete il diritto di definirvi laici: chi non è credente può essere credulone, e professare una religione infima, più primitiva e infantile delle antiche fedi. Sono pronto a riconoscere dignità alla sapienza di caldei, sciamani e di coloro che videro armonie nell’universo tra micro e macrocosmo. Anzi sono convinto con Vico che le superstizioni, compresi gli oroscopi, siano appunto estreme tracce superstiti di verità perdute nel tempo e ultimi tentativi di dare un senso al futuro. Ma distinguete la luce dai fuochi fatui, la verità dalle sue contraffazioni, la grandezza dei sapienti dalla furbizia dei saccenti.

Confesso pure di avere un amico mago pugliese che una volta mi indovinò il passato; ma non so se si era prima documentato. Il suo nome d'arte è Juppiter, con due «p», perché sa il futuro ma non sa il latino. Gli darei volentieri una mano, non per farmela leggere ma per aiutarlo nella sua carriera; però già lavora con la Rai. Infine aggiungo che non ce l’ho contro i maghi, Branko e Lucia Alberti, Paolo Fox e Van Wood, Linda Wolf e il creativo Marco Pesatori, e anche i più estrosi come Horus, Giada, Sirio, Stellium ecc. Se Marzullo parla di libri e Di Pietro di politica, anche loro possono parlare di astri in tv.

P.S. Ho detto una bugia, non mi sono spacciato per Fidel Astro, non ho partecipato a nessuna seduta spiritica o spiritosa di fine anno o di capodanno. Ho preferito la solitudine e non perché gli astri mi sconsigliavano di uscire, ma perché volevo passarla in compagnia della musica, del pensiero e dei mille fratelli maggiori, gli autori che abitano la biblioteca, dove vive la mia famiglia invisibile.

In certi passaggi rituali, sottrarsi all'obbligo della festa e passarla in gremita solitudine, è un privilegio o forse una grazia da coltivare. La solitudine ti fa sentire in compagnia degli dei. Ognuno crede agli astri suoi.

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