I genitori e il Comune pronti a far causa agli indagati per le mense

I genitori e il Comune pronti a far causa agli indagati per le mense

(...) provocato sulle famiglie genovesi. L’inchiesta «parallela» del Giornale, quella sui costi esorbitanti dei pasti nelle mense del Comune di Genova rispetto al resto della Liguria e di molte altre città d’Italia, ha spinto Gianni Bernabò Brea de La Destra, Alessio Piana della Lega e Franco De Benedictis della Lista Biasotti a rivolgersi direttamente ai genitori dei bimbi che mangiano alle mense, per invitarli «a costituirsi parte civile per far valere il loro buon diritto a un adeguato indennizzo a fronte dei danni subiti».
«Siamo convinti che le famiglie dei bambini genovesi siano state danneggiate dalle presunte attività illecite sugli inquisiti e che tali attività potrebbero aver determinato il maggior costo delle mense scolastiche genovesi, le più care d’Italia», accusano i tre consiglieri comunali. L’inchiesta della procura in effetti riguarda appalti ancora da assegnare, punta l’indice accusatorio proprio sul tentativo degli indagati di condizionare le imminenti scelte del Comune per il rinnovo del contratto in scadenza ad agosto 2008. «Il dubbio che proprio attività illecite anche in passato possano aver condizionato un prezzo così alto del pasto ha assalito molti genovesi - spiegano i consiglieri - Saremmo lieti se il sindaco riuscisse a dimostrare che non è vero. E comunque dovrebbe spiegarci perchÉ Genova ha le mense più care».
De Benedictis ha anche presentato un’interrogazione che dovrebbe essere discussa già nel prossimo consiglio comunale di martedì. In particolare chiede di sapere perché nel regolamento delle mense genovesi vengano espressamente citati i figli degli zingari come beneficiari di buoni pasto gratuiti. Un’agevolazione che sa troppo di favoritismo perché sarebbe sufficiente concedere le esenzioni solo in base al reddito e non in base all’appartenenza ad un’etnia, come se si trattasse di un razzismo al contrario nei confronti degli italiani, visto che ai nomadi non è richiesta la presentazione di certificazioni reddituali.
Il Comune di Genova, intanto, ha deciso di costituirsi parte civile contro gli indagati. La giunta di Marta Vincenzi cerca così di rinnegare sempre più la collaborazione con gli ex assessori e l’ex braccio destro del sindaco dimissionari perché coinvolti nell’inchiesta. Una delibera di ieri ha infatti stabilito di nominare un avvocato difensore del Comune quale parte offesa in questa vicenda. Il sindaco insiste anche nel suo progetto di presentazione di un «codice etico» che nelle intenzioni garantirebbe in futuro un comportamento specchiato da parte degli amministratori.

L’assessore Mario Margini, intanto, sottoscrive la linea della Vincenzi che si dichiara vittima della situazione: «Vedo un attacco politico, vale a dire costruito anche politicamente, per rendere meno efficace l’azione di un’amministrazione che sta cercando di cambiare la città».

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