I genitori non contano, aborti decisi dal giudice

I genitori non contano, aborti decisi dal giudice

La legge 194, quella intoccabile, dovrebbe «contribuire a far superare le cause» che inducono le donne ad abortire. Non è scritto esplicitamente, ma questo dovrebbe valere a maggior ragione per le minorenni. Tanto che l’articolo 12 dice che per far abortire una minorenne «è richiesto l’assenso di chi esercita sulla donna stessa la potestà o la tutela». Salvo deroga, ovviamente. «Nei primi 90 giorni, quando vi siano seri motivi che impediscano o sconsiglino la consultazione delle persone esercenti la potestà o la tutela, oppure queste, interpellate, rifiutino il loro assenso o esprimano pareri tra loro difformi» spetta al giudice dire sì o no. Ma sono casi rari, no? Lo dice la legge. Che i genitori non ne sappiano nulla o che addirittura il loro parere venga calpestato, ignorato, tradito, sarà l’eccezione? Insomma, una su mille ce la fa a evitare di parlare con mamma e papà del suo desiderio di disfarsi del bambino che porta in grembo?
Macché. I dati dell’ufficio statistico della Regione Liguria sono allarmanti e disarmanti allo stesso tempo. Basta prendere il più recente. Anno 2007: 159 minorenni hanno abortito. Ebbene, una su due l’ha fatto per ordine del giudice. Sono 74 le ragazze che non hanno fatto quello che dicevano i genitori, che hanno rinunciato al figlio per sentenza di terzi. Identica percentuale, anzi leggermente più alta, nel 2006: 119 aborti, 59 decisioni di un magistrato. Il fatto preoccupante è che in Liguria queste cifre sono in aumento. Nel 1989, ad esempio, su 133 aborti di minorenni, «solo» 38 avvenivano senza il consenso dei genitori, meno di un quarto. Nel 1990 i casi erano 43 su 140, circa un terzo. Ed erano già dati alti, preoccupanti, perché nel 1993 appena 20 ragazze su 132 avevano chiesto l’intervento della magistratura.
Le statistiche offriranno anche fredde cifre, ma a volte servono a cancellare le «scuse». Come quella che il giudice deciderà in assenza dei genitori, perché magari questi sono lontani, all’estero. Gli uffici della Regione ricavano immediatamente la risposta: nel 2007, 34 minorenni sulle 74 che si sono affidate al magistrato erano straniere, le italiane erano di più. Nel 2006 distanze anche maggiori: 26 straniere su 59. Nel 2005, 21 su 65.

Per abortire da minorenni ci vuole il consenso di chi ha la patria potestà, a meno di eccezioni. E a meno che l’eccezione non diventi la regola e che il parere dei genitori non serva più. Almeno in Liguria
(2 - continua)

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