I giorni più lunghi nel racconto di chi c’era

I giorni più lunghi nel racconto di chi c’era

Continuano a Palazzo Ducale gli appuntamenti della rassegna «1989-2009. La caduta del Muro vent’anni dopo», dieci incontri con storici, sociologi, filosofi e scrittori di rilievo per riflettere sulle trasformazioni sociali, culturali ed economiche che hanno caratterizzato i decenni successivi alla caduta del muro di Berlino e al crollo del totalitarismo sovietico.
Domani, alle 17, Sergio Romano incontrerà il pubblico nella Sala del Minor Consiglio nell’occasione della ricorrenza di una data, il 9 novembre, particolarmente significativa: proprio in quel giorno di 20 anni fa infatti, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio un gran numero di cittadini si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall'altro lato in un'atmosfera festosa. La riunificazione tedesca fui poi formalmente conclusa il 3 ottobre di un anno dopo.
Sergio Romano, oltre ad essere storico e scrittore, è commentatore per molte testate giornalistiche italiane tra cui Il Corriere della Sera. Nel 1989 ha concluso la carriera diplomatica che lo ha visto direttore generale delle Relazioni culturali, ambasciatore alla Nato e nell’ex Unione Sovietica. Di questa sua lunga esperienza è possibile farsi un'idea attraverso le «Memorie di un conservatore» (2002), ritratto della classe burocratica e diplomatica italiana (e non solo) nell’epoca della guerra fredda. Ha insegnato all'Università della California, ad Harvard, a Pavia, a Sassari e all'Università Bocconi di Milano. Tra le sue ultime pubblicazioni: «Storia di Francia dalla Comune a Sarkozy» (Longanesi 2009).
Intanto, al piano nobile del Ducale, alle 18.30 sarà inaugurata la mostra fotografica «Mario Dondero. Est/Ovest Berlino, novembre 1989». L’esposizione proseguirà fino al 7 gennaio 2010 e sarà visitabile con ingresso libero dalle 9 alle 19, tutti i giorni.
A vent’anni esatti dalla caduta del Muro di Berlino è molto suggestivo ammirare il reportage fotografico di Mario Dondero sui giorni che a Berlino Est e a Berlino Ovest l’ hanno preceduta e sul giorno che ne ha visto la sua distruzione.
Quarantadue fotografie in bianco e nero, scattate nel remoto autunno dell’89, ci raccontano in modo semplice e diretto alcuni aspetti, all’interno della vita quotidiana, di quello che è stato un grande evento nella storia del mondo contemporaneo. Mario Dondero che è uno dei più importanti fotografi italiani e uno dei fondatori del fotogiornalismo contemporaneo, non poteva mancare a quello straordinario appuntamento, che ci descrive anche attraverso le sue parole: «Il terremoto politico e sociale che scosse dalle fondamenta la Germania dell’Est si produsse in modo subitaneo, a differenza di quanto era accaduto in altri paesi legati all’Unione Sovietica. Mi trovavo già a Berlino da parecchi giorni, con l’intento di documentare, nella Repubblica Democratica Tedesca, gli aspetti visibili di una mutazione che si annunciava inevitabile. Il profondo turbamento che si avvertiva in seno alla società tedesca orientale era chiaramente avvertibile, in modo particolare fra gli intellettuali, inquieti per un avvenire che si annunciava oscuro. Molti fra di loro, e questo si avvertiva negli appassionati dibattiti che avevano luogo in quei giorni, avevano creduto con convinzione ad un modello di società più attento alla risoluzione dei grandi problemi sociali di quanto non lo fosse il sistema occidentale. A Berlino Est regnava un’atmosfera molto più austera che a Berlino Ovest, vetrina del consumismo occidentale...

La notizia del cambiamento giunse nelle case dei cittadini della RDT la sera del 9 novembre alle ore 19 e 34, quando l’annunciatrice di Aktuell Camera, comunicò, fatto sensazionale, le nuove disposizioni per gli espatri temporanei e anche definitivi. Questo scosse l’opinione pubblica e costituì l’avvio di un movimento irresistibile»

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