da Roma
«Tecnicamente risibile». Senza giri di parole Carlo Granelli, ordinario di Istituzioni di diritto privato allUniversità di Pavia, liquida le ricadute sui rapporti economici del ddl sui Dico.
Le ambiguità non sono poche. A partire dallarticolo 9 che istituisce un surplus di diritti per il convivente: se ha svolto attività continuativa nellimpresa di cui è titolare laltro convivente «può chiedere, salvo che lattività si basi su di un diverso rapporto, il riconoscimento della partecipazione agli utili dellimpresa, in proporzione dellapporto fornito». Sembrerebbe una mera riproposizione dellarticolo 230-bis del codice civile ma non è così. «Limpresa familiare riguarda i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo - ricorda Granelli - e qui ci troviamo di fronte a una disciplina diversa. Anche se la segretaria di un avvocato non parteciperà agli utili».
Larticolo 10 rimanda al riordino della previdenza il diritto del convivente alla pensione di reversibilità. «Se ci sarà unaltra legge - osserva Granelli - che bisogno ha il legislatore di citare questo caso?». Per Massimo Confortini, docente di Diritto civile alla Luiss, «è auspicabile che un coordinamento con la legge sul divorzio perché potrebbe accadere che concorrano le posizioni del coniuge divorziato e del convivente».
Larticolo 11, infine, stabilisce la successione legittima per le convivenze oltre i 9 anni. Si tratta di successione per legge (ovvero nei casi ove non ci sia testamento). Il convivente ha diritto a un terzo delleredità se concorre con un figlio e a un quarto se i figli sono più di uno. «È un diritto minorato rispetto a quello del coniuge», sottolinea Granelli. Alla moglie (o al marito) superstite in simili casi spetterebbe la metà o un terzo. «Un eguale trattamento di convivente e coniuge - aggiunge Confortini - avrebbe determinato una violazione del principio di uguaglianza creando problemi di legittimità costituzionale». E non basta: il comma 3 afferma che al convivente spettano due terzi delleredità in mancanza di ascendenti, fratelli o sorelle e lintero ammontare se mancano parenti entro il secondo grado che altri non sono che fratelli e sorelle. «Unespressione che crea norme antinomiche», rileva Confortini.
Ma cè di più: il comma 4 attribuisce al convivente il diritto dabitazione e duso dei mobili nella casa di convivenza «scalandoli» dalleredità spettante.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.