Se ho ben capito e ho capito benissimo l'indulto che il Parlamento si appresta a concedere non è né un atto di giustizia né di generosità, bensì un'ammissione di impotenza e di incapacità dello Stato: il quale non riesce a amministrare la giustizia con la doverosa celerità né a costruire carceri bastanti a contenere decentemente i detenuti. Ce ne sono più di sessantamila, in strutture che ne possono ospitare tre quarti al massimo, e che si fa? Si trova il modo di liberarne abbastanza per rendere almeno decente la vita di chi non uscirà. A questo punto si potrebbe discutere all'infinito se sia più grave l'ingiustizia che devono subire i carcerati - con la pena accessoria e non prevista dell'affollamento e dei disagi conseguenti - o l'offesa ulteriore subita dagli innocenti cittadini vittime di reati: è pura retorica sostenere che l'indulto non cancella il reato, visto che cancella la pena.
Ciò detto, credo opinione personale che sia più civile, più accettabile evitare l'ingiustizia di un aggravamento barbarico della pena: e opportuno (non giusto) liberare i responsabili di reati minori, cioè gente che, condannata a pene brevi, grazie all'indulto potrà uscire, liberando le carceri e ci si augura rifarsi una vita. Mi ha sempre stupito, dunque, il tanto agitarsi del ministro Di Pietro contro lo sconto di pena per un reato finanziario o di corruzione, mentre gli va bene che siano liberati ladri e rapinatori.
Lo stupore diventa scandalo e indignazione ora che si è finalmente capito che lo sconto di pena di tre anni verrà applicato agli autori di omicidi ferocissimi, come la famosa Erika. La quale, condannata a 17 anni per avere massacrato a coltellate il fratello piccolo e la madre, grazie all'indulto fra poco potrà chiedere e ottenere qualcuna delle varie forme di libertà che la legge consente. Ho citato Erika per fare un esempio che è nella mente di tutti, ma insieme a lei avranno sconti di pena criminali con ben altri calli e colpe sulla coscienza.
Ora, è evidente che tutto ciò non ha proprio niente a che vedere con il problema dell'affollamento delle carceri, e che i tre anni di sconto in molti, troppi casi non serviranno a alleggerire le prigioni, ma alleggeriranno la pena di veri, grandi criminali. E questa è un ingiustizia di cui gli autori e i sostenitori dell'indulto devono e dovranno rendere conto ai cittadini. E più di tutti dovrà renderne conto proprio Di Pietro, che sta spacciando se stesso come un difensore della legalità e della giustizia perché vuole tenere in galera a tutti i costi chi è condannato per corruzione: ma se ne infischia di quello che è il vero scandalo dell'indulto.
E, a questo punto, davvero non ho capito cosa c'entri con la giustizia tutto ciò.
www.giordanobrunoguerri.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.