I ladri per caso non riescono a divertire

I ladri per caso non riescono a divertire

Maurizio Acerbi

Lo spunto è di quelli carini anche perché la filmografia di Hollywood non è che sia così ricca sulla materia. Immaginarsi un manager rampante, abituato ad ogni tipo di agio, che, all’improvviso, si ritrova disoccupato a causa del fallimento della società è quello che accade a Dick Harper (Jim Carrey) in Dick & Jane operazione furto; il quale, non fa in tempo a godersi l’ambita promozione a vicedirettore delle comunicazioni della Globodyne Inc. che si ritrova senza il lavoro. A complicare le cose, anche il fatto che la moglie Jane (Tea Leoni) lusingata e spronata dalla prestigiosa posizione acquisita dal marito, aveva lasciato, proprio il giorno precedente, il suo lavoro. La coppia si ritrova così disoccupata e l’entusiasmo iniziale alimentato dalla certezza di trovare, con rapidità, una nuova occupazione va pian piano scemando di fronte alle porte chiuse e ai lavori umili che vengono proposti ai due. Ridotti ormai sul lastrico e con i mobili della loro lussuosa casa che via via vengono pignorati e sequestrati, per Dick e Jane rimane solo una possibilità di sopravvivenza: dedicarsi al furto. Così, i nuovi strampalati ed impacciati Bonnie e Clyde si ritrovano a compiere improbabili furti diventando, però, ben presto degli artisti nel ramo. Fino al colpo finale che renderà giustizia. Un copione che sembrava scritto su misura per la maschera di Carrey e che, invece, di risate ne riserva proprio pochine. Colpa della regia asfittica di Dean Parisot incapace di sfruttare, anche minimamente, l’enorme talento di Carrey e una «spalla» di qualità come la Leoni. Così, a parte qualche divertente eccezione (la prima notte sulla «via del male») e qualche simpatica citazione, è, se non la noia, l’apatia a regnare sovrana.
È stato il week-end di Munich, l’atteso film di Spielberg che partendo dai fatti, ormai tristemente noti, dell’attentato a Monaco ’72 a danno di alcuni atleti israeliani, cerca una rilettura per capire meglio non solo il passato ma anche il presente. Un film che ti spiazza perché in ogni sua sequenza, in ogni immagine, si intravede la cura del dettaglio di un regista straordinario. Tensione, thrilling ma anche riflessioni sui concetti di Patria, di Casa. Filmando le gesta dei cinque killer, ex agenti del Mossad, incaricati di eliminare i cervelli di Settembre Nero, per oltre due ore e trenta si alternano, scene d’azione e dialoghi mai banali. Agenti che chiedono conto delle ricevute, altri che pretendono prove della colpevolezza degli uomini assassinati: tutto il genere viene riscritto. Il punto di vista è quello israeliano ma Spielberg sembra limitarsi a documentare, lasciando all’intelligenza dello spettatore la capacità di giudizio, di farsi un’opinione. Un film spy sicuramente contro la guerra che lancia anche un messaggio preciso: non sono le ideologie di massa ma le scelte individuali quelle che fanno la differenza, nel bene e nel male.


I film più visti nell’ultima settimana: 1) Eccezzziunale veramente 2; 2) Dick & Jane: operazione furto; 3) Match point; 4) Munich; 5) I segreti di Brokeback Mountain; 6) Ti amo in tutte le lingue del mondo; 7) 40 anni vergine; 8) Le cronache di Narnia; 9) Saw 2; 10) Travaux - Lavori in casa.

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