«I miei parcheggi? Trasparenti»

«Sul progetto di S. Ambrogio c’è stato il via libera della Soprintendenza»

Il piano parcheggi non è la nuova Tangentopoli milanese. Parola di ex. Sindaco (Gabriele Albertini) e assessore (Giorgio Goggi) che non digeriscono accuse di tivù, libri e giornali. «Un’idiozia - replica Goggi -. Li c’erano corruzione e concussione. Qui nessuno ha mai parlato di reati, non c’è né un’accusa né una denuncia. Nessun fatto penale». Gli fa eco Albertini: «Possiamo rivendicare di aver affrontato un caso annoso e difficile. Da risolvere con sistemi rigorosi e bandi pubblici». L’accusa di aver privilegiato alcuni imprenditori? «False. Ci sono stati ben 81 promotori e la Quadrio Curzio si è aggiudicata solo il 10 per cento dei lavori». I prezzi aumentati del 40 per cento alla consegna? «Falso. Solo del 20 per cento per il bando del ’97, l’inflazione. Molto meno per gli altri». I controllati che pagano i controllori? «Lo prevede la legge Merloni». E, spiega, «sono oltre 60mila i posti auto di cui si è stimato il fabbisogno». E allora «abbiamo realizzato 37mila posti auto residenziali con un sistema di assegnazione trasparente». E poi «11mila parcheggi a rotazione con investimenti privati».

Ma era proprio necessario farli in aree archeologiche come piazza Meda, la Darsena o sotto sant’Ambrogio? «C’è il via libera della Soprintendenza. E poi non è meglio lasciare le aree monumentali libere, nascondendo le auto nel sottosuolo?».

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