I municipi nascono senza soldi

Roberta Bottino

«C’erano una volta le circoscrizioni». Il passato è d'obbligo dopo l'approvazione in sede di consiglio comunale della proposta d'istituzione dei nove «nuovi» municipi: 44 favorevoli, 2 contrari (An), 2 astenuti (Rixi e Castellaneta). «È una riforma strutturale altamente significativa - commenta il sindaco Giuseppe Pericu -, facile a scriverla nei documenti statutari, difficile a realizzarla nella concretezza dell’operare quotidiano dell’amministrazione. Io sono convinto che Genova abbia le capacità di vincere nel tempo questa sfida per darsi un'organizzazione più democratica e più sensibile al bisogno dei cittadini».
Circoscrizioni che finiscono in soffitta non senza però suscitare perplessità tra alcuni consiglieri d'opposizione. «Il rischio di questa riforma è quello di dare un costo alla cittadinanza senza un beneficio - tuona il capogruppo di Alleanza Nazionale Gianni Bernabò Brea -. Se si vuole fare un decentramento si faccia nei servizi». I nuovi municipi in sostanza ricalcherebbero le attuali circoscrizioni senza modificarne i confini, ma avrebbero più autonomia nei confronti del Comune. «È ovvio che consiglieri comunali e giunta perderebbero parte delle loro attribuzioni» aggiunge Pericu.

«È una riforma istituzionale che crea gli strumenti per una ridistribuzione del potere amministrativo in città - spiega Michele Casissa, consigliere del primo cittadino per il decentramento -. Si prevede una fase di avvio nel 2007 per valutarne il funzionamento istituzionale, sarà poi col bilancio del 2008 che si passerà alla distribuzione delle risorse e del personale».

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