I no global hanno una casa e non vanno più in corteo

I no global hanno una casa e non vanno più in corteo

Mancano i numeri per fare un corteo. Il ricordo di Carlo Giuliani sembra sbiadire con il tempo, tanto che lunedì prossimo non ci saranno cortei per la città di Genova per commemorare l’anniversario della morte del manifestante che nel luglio 2001, armato di estintore e passamontagna al volto, tentò di assaltare una camionetta dei carabinieri e venne ucciso in piazza Alimonda. Nessuna manifestazione per le strade perché «spero saremo in tanti, ma non abbastanza per un corteo» spiega Heidi Giuliani, madre di Carlo ed ex senatrice di Rifondazione Comunista che ammette: «Sarà difficile raccogliere abbastanza adesioni visto il giorno lavorativo».
Così i «No global» punteranno su un sit in davanti alla chiesa di Nostra Signora del Rimedio organizzato dal Comitato piazza Carlo Giuliani che ieri mattina ha inaugurato la nuova sede in via Monticelli, a Marassi. Sede che il Comune ha concesso a canone ridotto del novanta per cento rispetto al normale prezzo scatenando le reazioni di molte associazioni che da anni chiedono un luogo di ritrovo di proprietà comunale senza ottenerlo né avere aiuti per l’affitto. «Questa era la sede dei servizi sociali, ma non veniva utilizzata da tempo, ci è stata data dal Comune e sarà uno spazio aperto al quartiere e alla città», spiega Carlo Giuliani, padre del ragazzo ucciso in piazza Alimonda il 20 luglio del 2001 ed ex consigliere comunale dei Ds.
Nella sede di via Monticelli sono raccolte foto, atti processuali, magliette, documenti legati al G8 genovese del 2001, tesi di laurea: un vero e proprio centro di documentazione che ieri sera è stato inaugurato dal sindaco Marta Vincenzi ma che non ha, ovviamente, trovato l’unanimità di consensi. Dopo le polemiche sollevate dal consigliere comunale della Destra Gianni Bernabò Brea, ieri è stato Gianni Plinio (Pdl) a tornare sull’argomento: «È scandaloso che, in una sede comunale generosamente concessa dalla sindaca Vincenzi, i nostalgici delle violenze del G8 genovese presentino il programma commemorativo per il prossimo 20 luglio - attacca il consigliere regionale del centrodestra -.

Un conto è il diritto alla libera espressione politica, altra cosa è il voler, di fatto, celebrare episodi di violenza e di aggressione agli agenti delle Forza dell’Ordine che costituiscono un’apologia di reato su cui l’Autorità Giudiziaria dovrebbe intervenire».

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